Dalla Preistoria all'Ellenismo
La Preistoria
E' chiamata Preistoria l'epoca che va dalla comparsa dell'uomo sulla Terra fino al momento in cui si è inventata la scrittura ( intorno al 3000 a.C.). La Preistoria ha inizio con la comparsa in Sudafrica della prima specie di ominide in grado di utilizzare utensili e strumenti da lavoro. Gli antenati dell'uomo si distinguono in due generi: l' Australopithecus e l'Homo di Neanderthalensis e Sapiens, da quest'ultima discendere direttamente l'uomo contemporaneo. Il periodo preistorico, chiamato anche età della pietra, è suddiviso nelle ere del Paleolitico, Mesolitico e Neolitico. Con l'invenzione della scrittura, nel terzo millennio a.C., la Preistoria lascia il posto alla Storia. Durante l'era Paleolitica, o della pietra antica, gli esseri umani sono riusciti a lasciare segni della loro esistenza e delle loro attività grazie a tracce di capanne, sepolture ecc. Ancora oggi nessun animale sa conservare il fuoco né riprodurlo, per questa ragione la conquista del fuoco da parte dell'uomo primitivo è una tappa di straordinaria importanza. Per tutto il paleolitico gli esseri umani furono nomadi ma intorno a 12.000 anni fa le condizioni climatiche migliorarono, i ghiacciaci si ritirarono lasciando posto a enormi foreste e animali come i mammut, a cui gli uomini da sempre davano la caccia, rapidamente si estinsero. Il Neolitico viene a sua volta diviso in: età del rame, del bronzo e del ferro. Si diffonde infatti la lavorazione dei metalli che consente di fabbricare armi ed utensili, da qui dunque il nome Età dei metalli.

Nell'area delle steppe fertili esisteva una regione, detta Mezzaluna fertile, che si estendeva dalle foci dei fiumi Tigri ed Eufrate alle foci del Nilo, nella quale gli uomini riuscivano a sostare per lunghi periodi grazie all'abbondanza di piante alimentari che crescevano spontaneamente. Attraverso l'osservazione di queste piante gli uomini riuscirono a comprendere che sotterrando i semi era possibile riprodurre pianticelle: è la scoperta della semina e la nascita dell'agricoltura. Si determinò così la fine del nomadismo a favore della sedentarietà. Iniziarono così ad essere costruiti i primi villaggi, si sviluppò l'allevamento, la popolazione aumentò e nacquero piccole città.

Le civiltà degli antichi popoli mediterranei

La Mesopotamia è l'antica regione situata tra i fiumi Tigri ed Eufrate. Il nome deriva dal greco mésos (=in mezzo) e potamòs (=fiume). La presenza dei due fiumi conferisce alla terra una fertilità naturale superiore rispetto alle altre zone, grazie sopratutto al limo depositato sul suolo dalle inondazioni primaverili dei due corsi d'acqua. Questa regione ha visto lo sviluppo di grandi popoli dai Sumeri fino agli Assiri. La Mezzaluna fertile prima menzionata è una parte della Mesopotamia che comprende i territori più fertili dell'antichità. La ricchezza del popolo attirò popoli di origini, culture e religioni diverse. La mescolanza di popoli e culture diedero importanti frutti nell'ambito della scienza e degli scambi commerciali. La Mesopotamia è anche il fulcro delle principali vie di comunicazione del mondo antico tra Egitto, Mediterraneo e Asia. Le città mesopotamiche sono indipendenti e in continua lotta tra loro, e nel corso dei secoli, la terra attira conquistatori provenienti da molto lontano, come i Macedoni di Alessandro Magno. Gran parte dei territori della Mesopotamia sono oggi dentro i confini politici dell'Iraq.

I Sumeri abitavano la Terra di Sumer fino dal IV millennio a.c. Questa terra nel tempo divenne una delle zone più fertili e produttive del mondo capace di fornire in abbondanza grano, datteri, fichi, ecc. L'abbondanza di risorse pose i Sumeri all'avanguardia tra tutte le popolazioni del Neolitico: crearono villaggi in cui per la prima volta esisteva una suddivisione di ruoli tra le persone e la gente si occupava di agricoltura, artigianato e commercio. Ai Sumeri sono attribuite le più antiche tracce di scrittura mai rinvenute, risalenti al IV millennio a.C. Questo popolo mostra abilità con la scrittura ma anche con i numeri, avevano infatti ideato una numerazione a base 60. Un'altra fondamentale innovazione da loro apportata fu la ruota. Nelle città dei Sumeri l'edificio più importante era la ziggurat, tempio che aveva l'aspetto di una torre a gradoni con tre, cinque o sette ripiani ed era considerata una montagna sacra sulla quale scendevano gli Dei quando lasciavano i cieli per abitare tra gli uomini; in questi tempi vi erano le abitazioni dei sacerdoti che contenevano derrate alimentari per tuta la popolazione.
Nella pianura mesopotamica nel II millennio a.C., si affacciarono gli Amorriti, un popolo di pastori nomadi provenienti dalle steppe della Siria che si impadronirono della terra di Sumer e lì fondò nuove città. Una di queste era la città di Babilonia (=porta del dio) che divenne potente sotto il regno di Hammurabi. La civiltà che vi nacque riprese la precedente civiltà sumerica e fu detta babilonese. Dal 1750 a.C. Hammurabi conquistò tutte le città della Mesopotamia e formò un grande istituì un grande impero che si estendeva dalla Siria all'Elam. Fece raccogliere e incidere su pietra un codice di leggi affinché tutti sapessero che il re governava con giustizia; sulla lastra di basalto, utilizzata per l'incisione delle leggi, fu inoltre scolpito anche il dio del sole nell'atto di dettare le leggi al re, testimonianza del fatto che il codice fosse opera della divinità e dunque sacro e inviolabile. Alla morte di Hammurabi l'impero crollò e nel IV secolo a.C. ritornò ad essere capitale dell'impero con il re Nabucodonosor che la portò ad essere la città più grande ed importante del mondo antico. Secondo i miti babilonesi la Terra era un disco piatto e il cielo la sovrastava. Al centro della Terra c'era la Mesopotamia, galleggiante sulle acque e circondata come un'isola. Il mondo dei morti era sotto il livello del mare e qualche volta i morti tornavano tra vivi sotto forma di spettri malefici. Il più famoso eroe dei racconti babilonesi era Gilgamesh.
Attraversata dal fiume Nilo la regione del nord-africana vide in Egitto la nascita della civiltà egizia. L'unificazione dell'antico Egitto avvenne grazie a Menes nel 2850 a.C., con Thinis come città capitale del regno, prima di questo momento infatti il territorio era suddiviso in una moltitudine di regni e distretti autonomi l'uno dall'altro. Potremmo asserire che l'Egitto nasce nel 3400 a.C. e cade nel 523 a.C. ed è composto da 4 epoche: Regno antico, Regno medio, Regno nuovo e Bassa epoca. La civiltà egizia si conclude con l'invasione persiana del 525 a.C. ad opera di Cambise che trasforma l'impero egiziano in una semplice provincia dell'impero persiano. Successivamente l'Egitto passa sotto il dominio del macedone Alessandro Magno che vi introduce la cultura ellenistica. Alla sua morte l'Egitto torna ad essere un regno indipendente sotto Tolomeo Lago, fondatore della dinastia Tolemaica che regnerà fino al 31 a.C. quando il territorio viene conquistato dai Romani e trasformato in una provincia dell'impero romano dopo la battaglia di Azio. Nel VII secolo l'Egitto viene invaso da arabi diventando parte della civiltà islamica. La società era divisa in classi sociali chiuse, non era possibile modificare la propria posizione, come rappresentato nell'immagine che segue. La religione dell'Egitto si basava sul politeismo e gli dei avevano una natura antropomorfa. Alla loro religione è associato il rito della mummificazione: al momento della morte anima e corpo si separano e l'anima giunge al cospetto di Osiride nel regno dei morti e può ogni tanto ricongiungersi con il proprio corpo. Perciò i defunti sono imbalsamati per mantenere più a lungo la forma esterna del corpo ed evitare la decomposizione. La religione egizia inoltre si basa sulla metempsicosi, ossia sulla trasmigrazione delle anima da corpo a corpo. Dopo la morte un tribunale decreta la destinazione dell'anima del defunto sulla base di un grado di conoscenza e di purificazione realizzato da esso in vita. Il sistema economico si basava sull'agricoltura (coltivazione del papiro, una fibra vegetale) e sugli scambi commerciali. L'astronomia ha una certa importanza per la realizzazione dei primi calendari agricoli, infatti gli egizi furono i primi ad utilizzare un anno solare diviso in 365 giorni. Inoltre ha importanza rilevante la lavorazione dei metalli per la produzione di gioielli. La società egiziana aveva una struttura piramidale al cui vertice vi era il faraone, seguito da sacerdoti, nobili, scribi e guerrieri; vi erano poi i mercanti e gli artigiani, seguiti dai contadini e infine dagli schiavi.


Verso la fine del II millennio i 'popoli del mare', cioè gli Amorrei e gli Hiksos, abbandonando la Mesopotamia per raggiungere i territori della Siria, della Palestina e dell'Egitto, dove sono spesso soggetti a persecuzioni e dunque a fuggire. Intorno al 1230 a.C. si stabilisce il ritorno e la conquista della Palestina, la terra promessa da Dio. La conquista avvenne sotto la guida di Mosè durante il regno del faraone Ramses II. Il popolo ebraico è suddiviso in 12 tribù tra loro distinte che danno vita ad una confederazione religiosa avente il proprio centro nel santuario di Silo, dove si conserva l'Arca Santa (cassetta contente le Tavole dei comandamenti, simbolo del patto tra Dio e l'uomo). Gli ebrei raggiungono la massima potenza sotto il re David (=il desiderato) nel X secolo a.C.. Re David fu il secondo dei sovrano ebrei dopo re Saul, al quale si deve la decisione di stabilire Gerusalemme come capitale del regno. Gli succede al trono Salomone, alla morte del quale il regno si scinde in due parti, perdendo dunque l'unità che lo aveva caratterizzato precedentemente. Nascono allora il Regno di Giuda, con capitale Gerusalemme e sconfitto dai Babilonesi nel 587 a.C. e il Regno d'Israele con capitale Samaria, che cade sotto il dominio degli Assiri nel 722 a.C. La popolazione ebrea viene allora deportata a Babilonia in semi schiavitù (è questa la cattività babilonese). Gli ebrei ottengono la libertà ma in realtà saranno nuovamente sconfitti e sottomessi prima all'impero persiano, poi sotto il dominio macedone e infine sottomessi dai Romani. Questi ultimi si opporranno ad ogni tentativo di ricostruire uno Stato ebraico, soffocando ogni resistenza e movimento indipendentista. Nel 70 a.C. l'imperatore Tito distrugge il Tempio di Gerusalemme, uno dei simboli più importanti della religione ebraica e nel 135 d.C. una rivolta indipendentista degli ebrei viene punita dai Romani con la distruzione di Gerusalemme e il divieto degli ebrei di risedere in Palestina ( è la diaspora ebraica) causando così la dispersione degli ebrei nel mondo. Solo nel 1948 l'ONU, alla fine della II Guerra mondiale, assegnò agli Ebrei il territorio della Palestina per costruirvi lo Stato d'Israele. Ne è conseguito un conflitto con i popoli palestinesi di origine araba a loro confinanti, che ancora non ha avuto risoluzione. Gli ebrei furono portatori di una religiosità profonda , concependo Dio (Jeova = egli è= come unico creatore di tutte le cose e dando origine alla prima religione monoteista della storia.


Provenienti dalle rive del Mar Rosso e del Golfo Persico, i Fenici si insediarono su quel tratto della costa siriaca racchiuso tra i monti del Libano e il mar Mediterraneo, il loro territorio non permetteva insediamenti stabili all'interno. Il territorio non permetteva insediamenti stabili all'interno e le poche città esistenti erano dislocate lungo la costa e fu nel mare i Fenici trovarono ogni forma di sostentamento dedicandosi alla pesca, alla navigazione, sfruttando i fitti boschi per il legname di ottima qualità con il quale costruivano imbarcazioni leggere e robuste. Questo popolo diventò l'intermediario commerciale fra i popoli del mondo antico e a loro si attribuisce l'invenzione e diffusione dell'alfabeto. Le loro città più importanti furono Arado, Biblo, Sidone e Tiro, ognuna era retta da un proprio governo. Dopo un periodo di forme monarchiche i Fenici passarono a governi repubblicani di tipo oligarchico. Il potere legislativo era affidato a un Consiglio, invece quello esecutivo era riservato a due magistrati detti suffeti. Fondarono diverse colonie che rimasero tra loro indipendenti formando delle città-stato che mantengono solo rapporti commerciali. Si ricordano inoltre per la produzione della porpora di Tiro e dei vetri di Sidone; si dedicarono all'astronomia e scoprirono l'Orsa Maggiore (utile all'orientamento durante la navigazione); scoprirono l'alfabeto fonetico inventando 22 segni corrispondenti ad altrettanti suoni del linguaggio umano, mancante però delle vocali che vennero poi aggiunte dai Greci. La decadenza di questo popolo ha inizio con l'espansione degli Assiri che conquistarono gran parte delle città fenice.


Nel II millennio a.C. nell'isola di Creta si sviluppa la civiltà minoica o cretese. Grazie alla protezione naturale del mare, l'isola sviluppa una civiltà superiore rispetto alle altre civiltà contemporanee dell'epoca. Tra le costruzioni più importanti ci sono i famosi palazzi a Cnosso, Haghia Triada, Festo. Il potere economico derivato dai traffici commerciali, permette alla civiltà Cretese di controllare l'intero Mar Egeo (= talassocrazia, ossia il dominio militare e commerciale, esercitato da una determinata entità politica, di uno spazio marittimo e dei territori in esso contenuti o che su di esso si affacciano). Dal 1600 al 1400 a.C. la civiltà minoica entra nella sua fase di massimo potere successivamente all'unificazione del regno dell'isola sotto il controllo del re Minosse di Cnosso. La grande ricchezza dell'isola la rese sempre di più al centro di scorribande di pirati, infatti venne conquistata e depredata dagli Achei e dai Dori. Leggendaria è la storia del Minotauro rinchiuso nel labirinto, a cui i Greci dovevano dare in pasto sette fanciulle e sette fanciulli come tributo, mezzo per spiegare la sottomissione dei popoli greci a Creta, che in quei tempi comandava il Mediterraneo.


Nel II millennio a.C. si stanziarono sul territorio greco popolazioni indoeuropee provenienti da oriente che ribattezzarono la penisola con il nome Ellade. Il territorio montuoso fungendo da ostacolo all'unificazione dei villaggi, consentì però la creazione di piccole città stato-indipendenti, si susseguirono così le popolazioni degli Ioni, degli Eoli e degli Achei. Questi ultimi, conosciuti anche con il nome di Micenei (dalla città di Micene) si stanziarono nel Peloponneso, intrapresero contatti commerciali con la civiltà cretese, dalla quale impararono la gestione degli spazi cittadini, la produzione di tessuti, ecc. La loro impresa più nota è la guerra di Troia, cantata da Omero nell'Iliade. Nel 1200 la migrazione di un nuovo popolo guerrieri, i Dori, destabilizzò l'ordine politico e militare nella penisola greca. E' questo il medioevo greco periodo in cui con il declino della civiltà micenea ha inizio la decadenza che comportò anche la scomparsa della scrittura, che riapparve solo nell' VIII secolo a.C.

Alla fine del medioevo ellenico, la Grecia ebbe un grande periodo di sviluppo che comportò due eventi significativi: nascita della città-stato detta polis, e fondazione di svariate colonie in tutto il bacino del Mediterraneo. Dal 750 a.C. ha inizio un movimento di colonizzazione dovuto anche al fatto che le terre di cui le città d'origine disponevano non erano più sufficienti ad ospitare e ad offrire la sussistenza alla crescente popolazione che fu costretta a ricercare altrove migliori possibilità di sopravvivenza; alla base di questa rapida esplosione demografica un'imponente rivoluzione agraria. La polis era una città - stato politicamente autonoma che aveva un territorio delimitato, leggi proprie e un particolare stile di vita. Tutte le poleis avevano in comune religione e lingua. Era suddivisa in acropoli ( città alta, su di essa sorgevano fortificazioni contro i nemici e i principali edifici del governo e religiosi) agorà (parte bassa con piazza, botteghe ecc). Le poleis divennero centinaia in tutto il territorio greco e tale sistema durò per quattro secoli. In Grecia nascono e si formano veri cittadini che da uomini liberi si riuniscono in assemblee e prendono decisioni per la loro città (a differenza della Mesopotamia dove la popolazione era composta solo da sudditi sottoposti ai sovrani). La polis era suddivisa in uomini liberi (grandi proprietari terrieri, piccoli contadini, artigiani, mercanti) e schiavi. Solo ai cittadini spettava il diritto di partecipare alle assemblee, fare guerra, possedere terra, dunque essere cittadini equivaleva ad un privilegio, del quale i greci erano molto gelosi.
Sparta e Atene: due modelli antitetici

In seguito al crollo della civiltà micenea nacque Atene. Ebbe un regime aristocratico e il potere politico era in mano ad un'oligarchica. Qui lo sviluppo economico della città causò l'arricchimento della categoria sociale dei mercanti e, successivamente, il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini. Con il tempo si formò una classe di cittadini indipendenti e ricchi decisi a prendersi le proprie responsabilità e i propri vantaggi dall'amministrazione condivisa della città. La struttura oligarchica alle origini era così composta: Eupatridi (discendenti dei nobili padri), Teti (artigiani e mercanti); 9 Arconti (magistrati superiori, in carica per un anno, scaduto il mandato gli ex Arconti entravano a far parte dell'Areopago, dal nome del dio Ares alla quale era dedicata la colline ove si tenevano la sedute di questi ultimi), un'assemblea popolare detta Ecclesia (approvava o respingeva le decisioni dell'Areopago). L'arconte re (presiedeva le cerimonie religiose), arconte polemarco (comandava l'esercito), arconte eponimo (dava il proprio nome all'anno), i sei arconti tesmoteti erano guardiani della legge.
Ma mentre aristocratici e mercanti si arricchivano, i piccoli contadini si indebitavano e non potendo pagare i loro debiti cadevano in schiavitù. Verso la fine del VII secolo così, Atene conobbe un periodo di crisi fin quando un gruppo di nobili, nel 595 a.C. decise di affidare il comando a Solone che divise i cittadini in quattro classi sociali in base alla ricchezza posseduta, dunque non più sulla base della nobiltà per nascita: Pentacosiomedimni, i Cavalieri, gli Zeuciti e i Teti; novità da egli introdotta fu inoltre l'abolizione della schiavitù. Fu così che gli ateniesi non nobili, da questo momento, poterono essere eletti al governo della città. Quando Clistene fu eletto arconte nel 508 a.C. divise la popolazione in 10 tribù a loro volta suddivise nelle Tritte ossia tre unità territoriali della pianura, della costa e della montagna proprio come avvenuto con Pisistrato precedentemente. Clistene introdusse la Bulè ossia un nuovo organo di governo composto da 500 membri, 50 per ogni tribù; essa si occupava di tutto e stabiliva questioni da sottoporre all'esame del popolo. Altra novità da egli introdotta fu l'ostracismo ossia ogni anno era possibile esiliare chi veniva ritenuto pericoloso per la polis. Tutte queste erano delle forme mirate alla partecipazione attiva di ampia parte della popolazione alla vita politica, come ad esempio la strategia del sorteggio che permetteva a ognuno, almeno una volta nella vita, di avere accesso alle cariche della gestione della cosa pubblica, la riforma di Clistene era però ancora basata sul censo, dunque non tutti i cittadini vi potevano partecipare. La crisi che Solone fu in grado di fermare, scoppiò poi alla sua morte, decretando la divisione del popolo in tre fazioni: della costa, della pianura, della montagna. Nel corso del VI secolo a.C. le città greche erano sconvolte da aspre lotte, interrotte delle volte attraverso tiranni che sospendevano i regimi aristocratici. Nell'antica Grecia il periodo dei tiranni è collocato dal VI al V secolo a.C. e la loro ascesa fu favorita dalla crescita demografica che rese difficoltoso per i nobili e l'aristocrazia controllare e sedare i disordini e gli scontri tra le classi; e la riforma dell'esercito che consente ai membri delle famiglie benestanti di procurarsi le armi ed entrare a far parte della classe dei guerrieri. Il periodo dei tiranni è caratterizzato da periodi di pace, prosperità culturale e crescita, i tiranni infatti concedevano al polo le riforme promesse e proprio in questo periodo vi troviamo il seme della democrazia. Fu tiranno Pisistrato che tra 561 a.C. e 527 a.C. durante la lotta tra poveri montanari dell'Attica e ricchi proprietari terrieri delle coste, capeggiava i primi. La città sotto il suo governo crebbe in ricchezza.
Sparta nacque in seguito al crollo della civiltà micenea: nacque per sinecismo ossia per l'unificazione di più villaggi, infatti alcune tribù doriche si insediarono nella Laconia e qui fondarono diversi villaggi che poi si unificarono. I capi delle famiglie guerriere dominanti, cioè gli Spartiati, si distribuirono per tutta la terra della regione occupata; essi erano con le loro famiglie poco più di ventimila persone e si chiamavano con l'appellativo 'Uguali' e costituivano un'oligarchia che dominava su una popolazione almeno venti volte superiore. Gli Iloti coltivavano le terre, servi di proprietà della città, privi di diritti politici. Abitavano la Laconia anche i Perieci, artigiani e commercianti che anche loro come i servi prima menzionanti erano privi di diritti politici, seppur liberi , a differenza degli Iloti. L'organizzazione politica della città era affidata a Licurgo, che come narrava la leggenda, l'aveva ereditata dai responsi dell'oracolo di Apollo e Delfi.
Per quanto riguarda il metodo educativo spartano, gli anziani decidevano quando allevare un neonato, infatti se debole e malformato veniva lasciato morire in un luogo isolato sul monte Taigeto; se sano, la madre lo cresceva abituandolo a non lamentarsi e a non avere paura. A 7 anni veniva sottoposto a un percorso formativo in un gruppo di coetanei sotto la guida di educatori adulti: qui lo attendeva una rigida disciplina e terribili prove di coraggio che lo addestravano all'obbedienza e alla resistenza alle fatiche più dure. A 20 anni entrava a far parte delle associazione degli adulti. A 30 anni il ragazzo entrava nell'esercito spartano, il cosiddetto gruppo degli Uguali. Era inoltre obbligato a sposarsi per generare nuovi soldati, ma fino a 30 non poteva vivere con la propria sposa.
Nell'VIII secolo a.C. Sparta ampliò i suoi territori ed estese il dominio su tutto il Peloponneso e nel VI secolo a.C. nacque la Lega peloponnesiaca: alleanza militare tra le città più importanti della regione che in caso di guerra si impegnavano a prestarsi reciproco aiuto militare; a Sparta era affidato il comando generale dei vari eserciti. Sparta visse sempre in stato di guerra e la disciplina militare condizionava profondamente la vita degli Spartiati.
A differenza degli Ateniesi gli Spartani non tenevano a comunicare il loro patrimonio culturale, infatti le fonti su Atene sono numerose rispetto a quelle spartane che sono invece pochissime.
La conflittualità interna della società greca spinse alla creazione di nuove colone all'esterno dei confini greci, dove esiliare gli avversari politici interni e verso cui favorire l'emigrazione della popolazione in eccesso. Sorgono colonie greche in Italia, in Asia Minore, nel Bosforo, in Africa, in Spagna e in Francia. Quando si parla di prima colonizzazione si intende che fenomeno che ebbe inizio con l'invasione dei Dori nella penisola greca e che spinse le popolazioni greche a colonizzare nuove terre al di fuori dell'Ellade. La spinta verso l'esterno consentì alle cultura greca di compiere un importante balzo in avanti. Ogni colonia greca conservava la propria autonomia culturale e avevano un forte legame con la madrepatria tanto da conservarne la struttura sociale che era molto simile a quella greca.

Le Guerre persiane sono l'insieme degli scontri che avvennero tra poleis greche e impero persiano che durò per vent'anni. Ebbero inizio nel 490 a.C. e terminarono nel 479 a.C. ed ebbero luogo in mare e terra. Coinvolsero tutte le principali poleis della Grecia e le colonie. Il motivo dello scoppio fu economico-commerciale. Greci e persiani avevano inoltre due diverse idee di controllo: i Greci avevano una concezione etnica dello stato, un territorio infatti era greco se abitato da greci; i persiani invece avevano una concezione territoriale dello stato, un territorio infatti era persiano quando faceva parte dell'impero, anche se era abitato da altri popoli. I persiani tendevano ad espandersi alla ricerca di fonti di ricchezza e nel Mediterraneo l'impero persiano avevano proprio dinanzi a sé le libere città greche padrone delle rotte marittime e punto d'incontro di traffici e commerci. Lo scontro a questo punto fu inevitabile e diede vita alla Prima e Seconda Guerra persiana.
La prima guerra persiana: scoppiò nel 499 a.C. quando Milito, città greca molto fiorente, fondata sulle coste dell'Asia Minore e conquistata dai persiani, si ribellò. Le colonie greche erano gelose della loro libertà e non accettavano sottomissioni, o pagamenti di tributi ai persiani e per sfuggire dal loro dominio chiesero aiuto alla madrepatria. Atene mandò dei soldati per difendere le colonie ma Dario I, re persiani, fece radere al suolo Mileto e dichiarò guerra ad Atene. Con il suo esercito e la potente flotta, Dario I attaccò Atene che a sua volta mandò contro i persiani Milziade, abile condottiere alla guida delle truppe ateniesi. I due eserciti si scontrarono a Maratona nel 490 a.C. L'esercito ateniese disponeva di un numero inferiore di soldati rispetto all'esercito persiano, infatti Milziade contava di circa 11.000 uomini, ma nonostante ciò ri rivelò molto forte tanto da sconfiggere quello persiano che si ritirò. La notizia della vittoria fu portata ad Atene dal messaggero Filippide che corse 42 km tra Maratona e Atene senza mai fermarsi. Concluso lo scontro con i Persiani, il capo del partito demos, Temistocle, fece approvare una legge in base alla quale il ricavato delle miniere d'argento sul Monte Laurion sarebbero andate al pagamento delle spese per la costruzione di una grande flotta, promettendo inoltre maggior peso politico anche ai cittadini più poveri.
La Seconda guerra persiana: ebbe inizio nel 480 a.C., solo 10 anni dopo la battaglia di Maratona, infatti un nuovo attacco dei Persiani era facilmente prevedibile. Due furono in particolar modo i principali avvenimenti della seconda Guerra persiana: la Battaglia delle Termopoli e la Battaglia di Salamina. Il figlio di Dario, Serse, mosse contro la Grecia il suo esercito e 700 navi. Le città greche allora si riunirono in congresso a Corinto, decisero di provvedere alla difesa e il maggior peso toccò a Sparta, per quanto concerneva l'esercito di terra, e Atene invece si sarebbe preoccupata della flotta. Il comando fu affidato a due generali spartani: Leonida, a capo dell'esercito, ed Euribiade, a capo della flotta. Per rallentare l'avanzata dei Persiani, 300 soldati spartani guidati da Leonida si sacrificarono combattendo nella valle delle Termopili. Gli ateniesi ebbero il tempo di lasciare la città e quando i Persiani giunsero ad Atene, saccheggiarono e distrussero la città che trovarono praticamente deserta. I Persiani riuscirono ad entrare nella Grecia centrale. Sconfiggere i persiani sulla terra ferma era praticamente impossibile, allora i Greci portarono la guerra sul mare. Organizzarono una flotta di navi da guerra, le Triremi, con la quale sconfissero Sere nella battaglia navale presso l'isola di Salamina, nel 480 a.C. Serse affidò l'esercito al generale Mardonio. Quest'ultimo l'anno successivo mosse contro Atene, la occupo infatti senza difficoltà, ma temeva un possibile accerchiamento: si ritirò allora verso la Boezia e qui fu raggiunto dai greci comandati da Aristide e Pausania. Nei pressi di Platea l'esercito persiano fu distrutto e quel che rimaneva della flotta persiana fu incendiata dalla flotta greca comandata dallo spartano Leotichide.
Terminano così i tentativi di conquista dell'Occidente da parte dei Persiani.


Atene dunque visse il suo periodo di splendore durante il V secolo a.C. quando cioè il potere era nelle mani di Temistocle e la città riuscì ad imporsi a capo dell'Ellade. Temistocle fu ispiratore della Lega delio-attica: egli fu vincitore di Salamina nonché rappresentante dell'intelligenza e dell'attività ateniese. Fu così che con la Lega, creata da Aristide (capo del partito aristocratico che con la sua onestà fu in grado di guadagnarsi la fiducia generale) e posta essa, così come il suo tesoro (cioè le riserve d'oro da spendere nell'interesse comune) sotto la protezione di Apollo, Atene riuscì a radunare attorno a sé tutte le città marinare. La politica interna della città fu caratterizzata dall'appoggio a Temistocle da parte delle classi popolari avide di guadagno. Gli aristocratici però, che erano molto forti, screditarono Temistocle e gli fecero perdere il favore popolare: lo accusarono di nutrire idee troppo audaci e gli opposero Cimone . Temistocle fu bandito con l'ostracismo e finì esule e costretto a rifugiarsi presso i Persiani, che coraggiosamente aveva sconfitto in passato (anche Cimone fu esiliato). Il partito democratico allora sostituì Temistocle con Efialte e Pericle che con il tempo acquistarono sempre più consenso popolare; Pericle dopo la morte di Efialte esercitò un vero dominio sulla città, sostenendo sempre la democrazia ateniese. Sotto la sua guida la lega delio-attica si trasformò in un'alleanza di città democratiche, sotto l'egemonia ateniese, ostile a Sparta e alle oligarchie. Questo periodo di pace tra la fine delle guerre persiane (478 a.C.) e l'inizio della guerra del Peloponneso (431) viene indicato dalla storiografia come 'pentecontetia'.

La Guerra del Peloponneso fu causata dalla differenza politica, economica, culturale tra Sparta e Atene (Sparta con politica agricola tradizionale proiettata al Peloponneso contro la politica espansionistica di Atene). Atene aveva trasformato la lega delio-attica (strumento di difesa contro i persiani inizialmente) in strumento di dominio (le città facenti parte dovevano offrire ogni anno una certa somma e dipendere da Atene). Il motivo scatenante per cui Sparta attacca Atene furono due: 1)l'isola di Corcira chiedeva l'indipendenza da Corinto, la quale era alleata di Sparta. Corcira viene aiutata da Atene e perciò entra per così dire nel Mar Ionio, zona di interesse spartano; 2) la città di Megara decide di uscire dalla lega di delio-atticca e Atene impone allora alle città della lega delio-attica di commerciare con essa: questo era contro un patto stipulato tra Atene e Sparta sulla libertà di commercio di ogni città. La guerra è suddivisa in tre momenti: Guerra archidamica, Pace di Nicia, Guerra deceleica.

Nonostante Pericle aspirasse alla pace, il sogno di vedere l'Ellade pacificata sotto la guida di Atene lo rese l'artefice principale dello scontro tra le due leghe. Atene era forte in flotta e disponeva di enormi ricchezze, quindi era consapevole che avrebbe sempre potuto rifornirsi. Il primo anno di guerra si svolse a favore di Atene ma una terribile pestilenza mise in ginocchio la città l'anno successivo, nel 429 a.C. anche lo stesso Pericle, quasi settantenne, fu vittima del contagio e morì. Il comando delle città allora, in quanto la guerra continuava anche dopo la morte di Pericle, passarono a due uomini: Cleone (rozzo e violento) e Nicia (più propenso a riconciliazione). Il generale spartano Brasida sconfisse duramente gli ateniesi ad Anfipoli, e Nicia nel 421 riuscì a portare una pace che prende il suo nome, ma che lasciò insoddisfatte le due parti. La partita fra Sparta e Atene non era per niente conclusa, e questo lo sapeva bene Alcibiade, che aspirava al potere e pensava ad una rivincita. L'occasione per un nuovo conflitto si presenta quando ad Atene arrivarono degli ambasciatori di una città alleata, Segesta in Sicilia, chiedendo aiuto per una loro contesa con la città di Selinunte, appoggiata da Siracusa: il prudente Nicia era contrario all'impresa. Alcibiade però sostenne con tutto se stesso la necessità di una spedizione in Sicilia e gli venne affidato il comando della flotta che avrebbe dovuto salpare per la Sicilia in aiuto di Segesta. Un mattino però, i busti di Ermes posti agli angoli dei crocicchi furono trovati deturpati, e i nemici di Alcibiade attribuirono alle sue compagnie questa profanazione. Il processo contro di lui fu rimandato al suo ritorno dalla spedizione, ma una volta partito, due navi lo raggiunsero con l'ordine di tornare in patria per essere giudicato: fuggì all'arresto e si rifugiò a Sparta; gli Ateniesi lo condannarono a morte in contumacia. I generali Nicia e Lamaco iniziarono l'assedio di Siracusa, sostituendo il valoroso Alcibiade, ma contro lo sparano Gilippo capirono che bisognava accettare il fallimento della spedizione. La notte che precedette la partenza però un oracolo annunciò che bisognava attendere ventisette giorni e Nicia proibì alla flotta di partire; i siracusani ovviamente approfittarono di questa sosta che distrusse gli eserciti e Nicia fu ucciso.
Nel frattempo a Sparta Alcibiade divenne consigliere dei nemici di Atene, ma era troppo ateniese per non sentire il desidero della sua patria. Fu così che riuscì a ottenere il comando di una piccola flotta ateniese e con quella sconfisse la flotta spartana che all'Ellesponto bloccava affinché non arrivassero rifornimenti dal Mar Nero ad Atene. Fu così che allora accettò di tornare in patria, dove fu accolto come un trionfatore.
A Sparta fu nominato comandante di flotta Lisandro che con Alcibiade iniziò una lotta di scaltrezza; Alcibiade però perse d'un colpo e nuovamente, anche se non responsabile del disastro, fu condannato ad abbandonare la patria ritirandosi in un suo castello sull'Ellesponto. Lisandro riuscì a cogliere di sorpresa la flotta ateniese presso l'Ellesponto: era la fine di Atene dovette arrendersi nel 404 a.C. Le lunghe mura che collegavano Atene al Pireo furono abbattute al suono dei pifferi vincitori, la flotta venne ridotta a sole dodici navi e l'egemonia ateniese venne distrutta per sempre.
L'impero Macedone e Alessandro Magno

I Macedoni erano Elleni di stirpe indoeuropea. A partire dal VII secolo a.C. la dinastia degli Argeadi unifica il paese, con capitale Ege. Nel 359 a.C. sale al potere in qualità di reggente Filippo II che mirava ad estendere il suo dominio in Grecia. Intervenne a fianco dei Tebani, impegnati nella guerra sacra che li opponeva ai Focesi. Approfittando dei conflitti che dividevano le città greche impose a tutti la pace di Filocrate e fu accolto nella lega delica. Nel 341 mosse verso Bisanzio e gli ateniesi allora si resero conto della gravità della situazione, e alleatisi con Tebe, cercarono di opporsi all'invasore ma vennero sconfitti a Cheronea in Boezia nel 338 a.C. Ormai padrone della Grecia fonda la Lega di Corinto, dalla quale Sparta era esclusa. Filippo fu assassinato nel 336 a.C. e gli successe il figlio Alessandro detto Magno per le sue numerose conquiste: fu il più grande conquistatore dell'antichità. Rase al suolo Tebe e partì nel 334 per l'impresa da lui sognata con 40.000 fanti e 5.000 cavalieri: sbarcato in Asia sconfisse clamorosamente a Granico e Isso Dario III. Si assicurò il dominio delle regioni costiere del Mediterraneo, Fenicia, Siria, Palestina, passa poi all'Egitto dove fonda Alessandria e sconfigge definitivamente Dario III a Guagamela nel 331 a.C. La Persia, da sempre ritenuta invincibile, passa sotto il dominio macedone. Assoggetta l'altopiano iranico e le province orientali dell'India spingendosi verso il Gange. Muore sulla via del ritorno a 33 anni nel 323 a.C. Alla morte di Alessandro gli ateniesi erano contrari ai Macedoni e vennero guidati da Demostene e Iperide. I rinforzi giunti dall'oriente occupano Atene imponendo una costituzione oligarchica. Iperide viene giustiziato e Demostene si suicida.
L'impero creato da Alessandro Magno fece nascere quella che fu definita civiltà ellenistica o alessandrina, perchè il più forte centro propulsore fu la città di Alessandria d'Egitto.

La morte di Alessandro che non lasciò eredi generò una situazione caotica si giunse alla formazione di tre stati indipendenti, i regni ellenistici:
- il regno d'Egitto: sovrano Tolomeo I;
- il regno di Siria: attribuito a Seleuco;
- il regno di Macedonia: comprende la Macedonia, si afferma Antigono Gonata.
Successivamente tutti questi regni finiranno con il cadere sotto il dominio dei romani. La Macedonia diventa provincia romana e le città della Grecia, unite nella Lega achea, tentando di risollevarsi contro Roma vengono annesse alla provincia romana di Macedonia nel 145 a.C.