La scoperta dei nuovi mondi

Prima metà del Quattrocento - Portogallo

Enrico il Navigatore
Enrico il Navigatore
Bartolomeo Diaz
Bartolomeo Diaz

Il Portogallo è un piccolo Stato da poco riunito sotto un unico re. Si parla di uno Stato molto povero, con terreni poco fertili ed escluso dalle rotte con i grandi commerci dell'Oriente, per via della sua posizione. I marinai portoghesi, però, hanno imparato a costeggiare l'Atlantico e la lunga convivenza con gli Arabi li ha resi più coscienti sulla geografia. 
Enrico il navigatore, figlio del re, fu esperto di mari e per questo venne chiamato Enrico il Navigatore. Comincia, allora, a sognare se si potesse circumnavigare l'Africa, cercando la rotta orientale per le Indie; fu il primo a capire l'importanza di una preparazione a terra prima di affrontare i rischi del mare. Infatti, trasforma la sua residenza di Sagres in una scuola nautica e dedica tutte le sue energie all'esplorazione della "rotta orientale" per le Indie che, dopo aver girato attorno all'Africa, avrebbe puntato verso est e attraversato l'Oceano Indiano. Cominciano, allora, le prime spedizioni atlantiche, dirette a esplorare le coste africane. Le navi, una volta arrivate a Capo Bojador, scomparivano: secondo la cognizione dell'epoca, lì finiva l'Africa e sotto c'era la "Terra torrida" (che bruciava gli uomini e li rendeva neri) il Mare Tenebroso (Oceano Atlantico) che nascondeva "mostri" che avvolgevano le navi dei navigatori. I mostri, però, erano in realtà i venti Alisei che con il loro moto rotatorio travolgevano e inghiottivano le navi. Fu inventata allora la "volta", una manovra con la sola vela che consentiva di non essere rigettati una volta arrivati al famoso Capo Bojador. Ventotto anni dopo la morte di Enrico, nel 1488, l'ammiraglio Bartolomeo Diaz raggiunse il Capo di Buona Speranza, estrema punta meridionale dell'Africa e poté dichiarare che lì finiva la costa occidentale dell'Africa. I marinai, però, ormai sfiniti, si ammutinarono. 

1488 - Diaz, Buona Speranza
1488 - Diaz, Buona Speranza

Il re del Portogallo, Giovanni II, ricevette una lettera da Cristoforo Colombo, un genovese, grande sognatore e capitano di mare, che gli chiedeva di affidargli una flotta per esplorare una nuova rotta per le Indie: la rotta occidentale. La sua lettera al re prometteva grandi ricchezze, la conversione dei pagani ma conteneva un errore di calcolo, perché Colombo sosteneva che la distanza tra Europa e Asia fosse di 4400 chilometri, invece, non poteva essere minore di 16000, avendo confuso le migliaia arabe con quelle latine. Il suo progetto, visto che una caravella non poteva trasportare viveri a sufficienza per un viaggio lungo 5 mesi, fu bocciato dal Portogallo e anche dagli Inglesi. Ad accettare furono Ferdinando e Isabella di Spagna, spinti da fortissime motivazioni religiose. Il confessore francescano della regina, la convinse a compiere, nel 1492, lo stesso anno della caduta dell'Emirato arabo di Granada, e quindi nell'anno della fine della Reconquista, un'altra grande opera:  diffondere il cristianesimo nelle Indie

Sull'ondata della Reconquista, però, i portoghesi divennero sempre meno tolleranti nei confronti degli Arabi e degli ebrei e un editto stabilì la cacciata immediata di tutti gli Arabi di Granada e poi l'espulsione degli ebrei spagnoli. Questa esplusione si rivelò una tragedia dal momento che la società tornò ad essere composta solo da 4 classi feudali: aristocrazia, clero, hidalgos (cavalieri) e contadini-pastori. Queste 4 classi potevano ora dimostrare la "limpieza de sangre". 

Colombo e gli Indios
Colombo e gli Indios

Il 3 agosto 1492 Colombo salpò da Palos con 90 uomini.  Sette giorni dopo, le navi, fecero sosta alle Canarie, rotta che gli permetteva di inserirsi nei venti Alisei. Prosegue dritto fino al Mar dei Sargassi e il vento sparì. La navigazione qui divenne faticosa perché per via delle alghe il mare sembrava paludoso e le alghe rallentano l'avanzata. Molti uomini iniziarono ad avere paura. 

Il 12 ottobre 1492 Colombo sbarca  a San Salvador  e approda poi a Hispaniola, attuale Santo Domingo. Credeva di essere nelle Indie, in realtà era approdato in  un nuovo continente. l'America. Le navi ripreso e approdano su un'isola che chiamavano Cuba. Gli Indios si mostrarono felici e ospitali: qualche mese dopo Colombo ne ordinò lo sterminio. 

Colombo torna in Spagna portando in omaggio alle maestà spagnole un gruppo di Indios, uccelli esotici, piante mai viste, tra cui i pomodori, ma la delusione dei regnanti fu grande perché Colombo non portò l'oro. L'uomo, allora, si ritirò senza nessun riconoscimento ufficiale. Pochi anni dopo, un altro navigatore, Amerigo Vespucci, si convinse che non si trattava dell'Asia e chiamò questo continente Nuovo Mondo, chiamata America in suo onore. 

La scoperta del Quarto continente segna l'inizio dell'Età moderna. 

La scoperta della rotta occidentale, accelerò i preparativi per la rotta orientale, impresa che nel 1497 fu compiuta da Vasco da Gama che giunse fino al Capo di Buona Speranza, attraversò l'Oceano Indiano e arrivò a Calicut. nell'India sud-occidentale. Fu il primo ammiraglio ad arrivare in India circumnavigando l'Africa

Il Portogallo, allora, lanciò flotte poderose verso l'Oceano indiano con l'obiettivo di togliere l'islam e a Venezia il monopolio del commercio. Grazie alla rotta occidentale scoprirono il Brasile e vi fondarono una colonia. 

Vasco da Gama
Vasco da Gama
Vasco da Gama - rotta orientale
Vasco da Gama - rotta orientale
Ferdinando Magellano
Ferdinando Magellano

Intanto, una flotta spagnola pensava ad un impresa unica: circumnavigare il globo. Ferdinando Magellano, ne era il capitano e il secondo era Antonio Pigafetta. Durante il viaggio, il mare era squassato dai venti ma dopo una lotta di settimane contro la tempesta, Magellano arrivò in un mare che gli apparve tanto tranquillo da meritare il nome di Oceano Pacifico. Lo navigò e arrivò nelle Filippine, dove trovò la morte, ucciso in un conflitto con le tribù indigene. Pigafetta proseguì il viaggio dove, nel 1521, incontrò i portoghesi arrivati dalla parte opposta, nello stesso punto, presso le Isole Molucche: era la prova che la terra è rotonda!

La Francia arrivò in Canada e l'Inghilterra esplorò gli attuali Stati Uniti. 

L'età  dei conquistadores 

Cortes riceve donna Marina
Cortes riceve donna Marina

La Spagna decise di porre fine alla fase dell'esplorazione e di passare a quella della conquista, affidando il compito a piccoli eserciti comandati da capitani chiamati conquistadores che avevano il compito di occupare militarmente il territorio e di domare le popolazioni indigene. I conquistadores avrebbero poi ricevuto dalla Corona il titolo di governatore delle province acquisite e avrebbero preparato le strutture per accogliere i coloni spagnoli.  L'obiettivo della conquista restava la ricerca dell'oro e la conversione degli indigeni. I conquistadores erano hidalgos, ossia membri della piccola nobiltà spagnola rimasti senza terra perché questa spettava solo ai primogeniti. Il loro impatto fu devastante. Infatti, si parla di civiltà precolombiane perché esse scomparvero dopo la scoperta di Colombo. Da civiltà vive, divennero civiltà archeologiche. 

Hernan Cortes fu il primo conquistadores che, nel 1519, sbarcò in Messico e appena sbarcato incontrò una comunità di Indios poveri e pacifici che si sottomisero. Il loro re gli svelò l'esistenza di un popolo potente e terribile, poco distante, che terrorizzava i popoli prendendo vittime per i sacrifici umani: gli Atzechi. Hernan Cortes ricevette da questo popolo una donna, che fu battezzata e da quel momento chiamata donna Marina: una donna molto intelligente che gli suggerì molte astuzie grazie alle quali riuscì ad annientare quel popolo ritenuto invincibile.  

Cortes e Montezuma
Cortes e Montezuma

Gli Atzechi, o Mexica, da circa due secoli, presso la capitale Tenochtitlan, dominavano un impero dal quale pretendevano tributi, assistenza militare, ma soprattutto uomini per i sacrifici umani, dal momento che la loro religione era ossessionata dal sangue e dal dio della Morte che doveva essere continuamente soddisfatto per permettere alla Vita, personificata  dal Sole di continuare. La società era composta da guerrieri, ricchi e potenti mercanti, un imperatore e sacerdoti incaricati di compiere sacrifici umani. 

Quando Montezuma, capo atzeco, vide Cortes, che con i suoi uomini si arrampicava lungo il sentiero dell'altopiano, lo lasciò fare, perché pensava che fosse un dio atzeco che gli avrebbe restituito prosperità in quel periodo di sventure. Cortes fu accolto amichevolmente e ricevette doni che aumentarono la sua cupidigia. Montezuma fu anche fatto prigioniero da Cortes, ma nonostante ciò, non scagliò mai i suoi guerrieri contro di lui, fino a quando non furono loro stessi a uccidere Montezuma per schierarsi contro gli invasori. Donna Marina strinse alleanze con popoli soggetti all'impero e Tenochtitlan fu espugnata. 

Conquistato l'impero atzeco, Cortes si diresse nello Yutacan per attaccare un altro popolo dell'America centrale, i Maya. Le città stato continuamente in lotta tra loro avevano finito per rimanere senza  risorse e gli abitanti, ridotti in numero, avevano abbandonato i centri urbani e si erano sparsi nei villaggi nella foresta. Per Cortes fu semplice domare quel popolo. I re cattolici avevano così guadagnato un territorio grande quattro volte la Spagna. 

Francisco Pizzarro
Francisco Pizzarro

Francisco Pizzarro, invece, arrivò per primo in Perù. Quello chiamato Virù dai popolo centro-americani, era considerata una terra favolosa che gli Spagnoli avevano identificato con il mitico paese dell'Eldorado. Pizzarro vi arrivo con altri dodici uomini poiché gli altri, stanchi, si erano ammutinati. I "tredici gloriosi" arrivarono ad una città ben costruita, avamposto dell'Impero inca. Pizzarro, allora, si recò nuovamente in Perù armato e accompagnato da 170 uomini, e conquistò il territorio, stroncato già dal vaiolo e dalle guerre civili. Fece prigioniero l'imperatore Atahualpa che offrì di pagare con tanto oro da ricoprire una stanza. Pizzarro accettò, però, una nuova armata inca marciava contro gli Spagnoli e Atahualpa pensava che fosse mandata dal suo stesso popolo allo scopo di farlo uccidere per la successione al trono. Allora, fece ammazzare tutti i suoi parenti, per dimostrare la sua estraneità alla rivolta. Pizzarro oridinò di strangolare Ataualpa. 

Bartolomeo de Las Casas
Bartolomeo de Las Casas

L'impatto tra Europei e popolazioni precolombiane fu violentissimo: questi popoli furono soggetti a un crollo demografico senza precedenti. Bartolomeo de Las Casas fu un colono spagnolo che giunse in America durante i viaggi di Colombo. Dopo aver sfruttato per qualche anno una comunità india facendola lavorare in una piantagione, ebbe una profonda crisi di coscienza che lo condusse a entrare nell'ordine dei domenicani fino a diventare vescovo. Scrisse "Storia delle Indie" in cui narra le atrocità che subirono gli Indios, talmente impressionanti che indussero Carlo V a modificare le leggi che regolavano l'impiego della manodopera nei domini spagnoli in America, seppur i coloni bianchi si rifiutarono di obbedire. De Las Casas però, commise due errori: esagerò tutte le cifre sul genocidio e, per salvare gli Indios, indusse gli Spagnoli a importare schiavi neri dall'Africa per i lavori pesanti. 

Considerati fuori dal loro contesto, agli occhi degli europei, i costumi degli Indios, apparvero pratiche sataniche. In particolare la nudità e i sacrifici umani e il cannibalismo. Sicuramente atti orrendi che però avevano radici profonde nella religione  e non erano dettati dalla crudeltà di quei popoli. Agli occhi degli Spagnoli apparvero come frutto di una religione satanica. 

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia