Argomenti presenti nella sezione: 
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  • L' impero carolingio
  • I comuni
  • Federico Barbarossa di Hohenstaufen - Enrico VI - Federico II stupor mundi
  • Lo scisma
  • Le crociate 

Da Giustiniano e verso l'anno Mille


L'impatto dei Germani (i Teutoni o Goti) sull'Europa ebbe una forza travolgente, pari, per entità degli effetti, a quella della religione cristiana sull'impero romano. A segnare il diverso destino di queste comunità intervenne il loro differente incontro con la cristianità: Ulfila, missionario della Cappadocia, aveva tradotto la Bibbia in gotico nel IV secolo d.C., ma ai Goti aveva consegnato la versione ariana del cattolicesimo, mentre i Germani occidentali, che si convertirono più tardi, adottarono la versione romana del messaggio evangelico, e trovarono nel papato, un alleato valido in quel delicato momento della storia d'occidente. Odoacre, capo militare delle truppe germano-orientali, nel 476, dopo la deposizione di Romolo Augusto, ottenne dall'imperatore di Costantinopoli il titolo di patrizio imperiale: divenne re del popolo sciro e nella sua azione non vi era nulla di eclatante, ma si accontentò di essere nominalmente sottoposto al lontano imperatore d'oriente, non preoccupandosi di nominare alcun successore a Romolo.  

C'è da aggiungere che nelle invasioni barbariche dell'Occidente romano si possono distinguere due fasi: la prima nella quale i popoli penetrati nell'impero, dopo lunghe peregrinazioni, si organizzano secondo regole e tradizioni proprie, come il caso del regno Ostrogoto in Italia; la seconda, nella quale i popoli già da tempi ai confini dell'impero, imposero la propria organizzazione al popolo romano, come nel caso del regno Longobardo in Italia. Dopo il 406-407 d.c. si diede ai barbari la possibilità di insediarsi ai confini dell'impero, oppure esercitare piena autorità sulle loro terre.

Nella parte orientale dell'impero, il potere in questo momento passò a Zenone, che mandò l'ostrogoto Teodorico ad eliminare Odoacre, che fu poi ucciso nel 493 d.C. L 'unico fattore di coesione è in questo momento la Chiesa. Inizia così una sorta di regno Ostrogoto dell'Italia. Così nel 497 d.C. il regno ostrogoto di Teodorico in Italia fu riconosciuto dall'imperatore d'Oriente Anastasio.  Teodorico, come vice re d'Italia e rappresentante dell'imperatore in Occidente, aveva l'obiettivo di mettere in atto una collaborazione tra Goti e Romani. Come appena detto, la collaborazione tra Goti (che formavano l'esercito) e Romani (che si occupavano dell'amministrazione civile) risultò impraticabile sopratutto a causa delle differenze religiose tra Cristiani e Ariani. Per oltre trent'anni Teodorico (noto alle sue genti come Dietrich di Bern) rappresentò il punto di riferimento politico-militare di tutte le genti germane: Vandali, Visigoti, Borgogni capirono di dover scendere necessariamente a patti con quest'uomo capace di cacciare Odoacre e di estendere il suo dominio dalla Provenza all'Ungheria.  Teodorico aveva come fidati collaboratori Boezio (che diventerà magister officiorum, una sorta di primo ministro, figura centrale e preziosa per Teodorico e per la convivenza tra Romani e Ostrogoti) e Cassiodoro. Entrambi erano uomini molto colti.  In questo scenario, i senatori romani, si trovavano divisi tra Ostrogoti (a cui avevano giurato fedeltà e con cui dovevano convivere e una segreta speranza affinché l'imperatore di Costantinopoli riconquistasse l'Italia, ricostituendo l'impero). Negli ultimi anni però Teodorico si macchiò della morte di Boezio, per questioni religiose. Il romano Albino fu accusato di tramare con l'imperatore d'Oriente contro lo stesso re, ma fu difeso da Boezio che fu dunque imprigionato e sostituito da Cassiodoro. In carcere Boezio scrisse il De Consolatione. Boezio venne giustiziato e ciò causò un solco incolmabile tra mondo romano e mondo gotico. 

Intanto nel Nord-Europa, mentre Teodorico cerava il regno gotico italiano, Clodoveo fondava la casa dei Merovingi. La sua conversione al cristianesimo fu fondamentale per l'integrazione dei franchi con l'aristocrazia gallo-romana. L'ascesa al potere di Clodoveo è scandita tre successi militari:
  1. nel 486 sconfigge Sigario (rappresentante in Gallia delle forze romane: nasce Parigi, capitale del regno franco.
  2. Nel 496 sconfigge gli Alemanni e i Franchi si convertirono al cristianesimo.
  3. Nel 507 trionfa sul re dei Visigoti Alarico a Poitiers: si delineano così i confini del futuro stato francese fino ai Pirenei, relegando i Vandali in Spagna. 

Nel 535 d.C. muore Teodorico, che lascia il regno in mano alla figlia Amalasunta. Contemporaneamente in Oriente regnava Giustino che senza eredi, adottò un nipote, Giustiniano, che altro non era che un contadino illirico che fece scolarizzare diventando imperatore nel 527. Giustiniano, dopo aver ottenuto la pace con i Persiani nel 532, pensò che fosse arrivato il momento di dedicarsi al suo sogno di restaurazione imperiale. Mandò così un esercito guidato dal suo collaboratore Belisario, a strappare le terre africane all'esercito vandalo, il successo fu eclatante. Combatté anche contro i Mori che avevano preso ad attaccare il nuovo governo imperiale sulle coste africane. A questo punto Belisario si volse verso il regno goto d'Italia. Il pretesto affinché Costantinopoli intervenisse in Italia fu proprio l'uccisione di Amalasunta nel 535 d.C. Amalasunta prese in marito Teodato e si riteneva che proprio quest'ultimo fosse stato il mandante dell'omicidio, così l'esercito imperiale attaccò i Goti, rei di avere ucciso un'amica dei Romani e della corte imperiale. L'Italia diventa una delle prefetture dell'impero d'Oriente, posta sotto l'autorità del prefetto del pretorio d'Italia. Il regno di Giustiniano è l'estrema conclusione del mondo antico. Belisario ad ogni modo sbarcò in Sicilia e con relativa facilità poi a Ravenna catturò il re goto Vitigie. L'anno successivo, nel 541, Totila, il re dei Goti, guidò i suoi alla conquista di tutta l'Italia e , come i suoi predecessori, chiese a Giustiniano di poter giungere ad una pace e di poter esercitare le funzioni di reggente dell'imperatore. Giustiniano non si rassegnò a tale compromesso e mandò in Italia un nuovo esercito guidato da Narsete. Totilia rimarrà ucciso durante lo scontro a Gualdo Tadino e nel giro di pochi anni i Goti presero anche le restanti città del Nord Italia (come Ravenna e Ancona). In questi anni Roma era completamente distrutta e spopolata. Giustiniano alla sua morte, nel 565, lasciò un impero estremamente più debole di come l'avesse ricevuto, in quanto non seppe comprendere quanto minacciosi fossero i suoi nemici. Ad ogni modo Giustiniano occupa un posto privilegiato nella storia del mondo, infatti costruì Santa Sofia, e il corpus iuris civilis la più completa e coerente raccolta del diritto romano. Nel 554 d.C. con la prammatica sanzione vi fu l'applicazione del diritto giustinianeo anche in Occidente: ne veniva estesa la sua applicazione e si stabilivano modalità attraverso le quali andava ristabilita la vita politica ed economica dopo la guerra.  Giustiniano infatti comprese l'importanza del diritto, infatti la sua opera è il tramite fondamentale attraverso il quale la giurisprudenza romana è giunta fino a noi. Ma non solo. Giustiniano infatti pretese di partecipare alla disputa sulla natura di Cristo (appoggiò il papa al concilio di Calcedonia nel 451 dichiarando la doppia natura di Cristo e poi di fronte all'esistenza in Siria ed Egitto di numerosi gruppi monofisiti (credevano nella sola natura divina di Cristo), promulgò una legge tollerante, in materia religiosa, per tutto l'impero. Non c'è da dimenticare la chiusura della scuola filosofia di Atene: Giustiniano infatti con questo gesto tentò di eliminare l'eredità platonica. 

Nel 568 d.C. con l'arrivo nella penisola dei Longobardi guidati da Albonio ha inizio il Medioevo. 


La comparsa dell'Islam 

Mentre Costantinopoli tentava di difendersi dagli attacchi persiani, nessuno in Europa e in Asia avrebbe pensato che di lì ad un secolo i pericoli più grandi sarebbero arrivati dall'Arabia, che accoglieva un popolo unito, animato da un forte spirito di conquista. Nel continente asiatico, vi è la penisola araba, ad est dell'Egitto, abitata dai beduini, popoli nomadi dediti alla pastorizia, compivano razzie sui popoli che vivevano all'interno dei villaggi nelle oasi, ossia le sporadiche aree nel deserto rese vivibili grazie a sorgenti d'acqua. Al sud est della penisola araba vi era un territorio molto fertile sul quale sorgeva la città de La Mecca, ricca e importante che per il mondo arabo aveva un valore sacro dal momento che vi sorgeva il santuario Kaba, contente la pietra nera (frammento di meteorite che secondo la tradizione fu portata dall'arcangelo Gabriele). A La Mecca nel 570 nacque Maometto, un mercante che durante i suoi viaggi commerciali entra in contatto con cristianesimo ed ebraismo, uniche religioni monoteiste del momento che condussero Maometto ad abbandonare il politeismo idolatra che condivideva con il resto dei popoli arabi. Introno ai suoi 40 anni Maometto abbandonò la religione politeista araba autoproclamandosi ultimo profeta e comincia a predicare una nuova religione: l'Islam (=sottomissione alla volontà di Allah). La sua predicazione però incontrò numerosi ostacoli sopratutto perché La Mecca era una città commerciale e gran parte dei guadagni della città erano basati sul culto idolatrico. Nel 622 allora Maometto abbandonò la città, insieme a pochi seguaci, e si trasferì a Medina (è un evento molto importante questo, infatti gli islamici contano il tempo a partire dalla data di questo viaggio, dunque dal 622, che dà inizio all'era musulmana).  Tra La Mecca e Medina Maometto raccoglie introno a se un grande numero di fedeli, nasce così la Umma: comunità di credenti nella rivelazione di Maometto che diviene capo religioso, politico, militare in quanto guida i suoi seguaci in spedizioni armate verso le comunità politeiste idolatre arabe.  Tanto che nel 630, attraverso queste spedizioni, avviene la conquista de La Mecca (proclamata città santa dell'Islam) e due anni dopo nel 632 tutta la penisola araba è divenuta islamica. 

L'Islam è la più giovane delle grandi religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e islam appunti) ed è una religione rivelata, perché nasce da una rivelazione divina a Maometto in questo caso. Il libro sacro è il Corano (= recitazione a voce alta) e la Sunna (= tradizione) costituita da esempi e comportamenti tratti dalla vita di Maometto proposti come modelli per i musulmani: insieme, Corano e Sunna, sono la base della vita religiosa dei musulmani e della Shar'ia (=retta via), legge islamica che regola la vita pubblica e privata del popolo musulmano. Vi sono poi i cinque pilastri dell'Islam che sono: testimonianza di fede fatta attraverso la recitazione della formula non vi è altro Dio che Allah e Maometto è suo profeta; preghiera canonica (5 volte al giorno, con il capo verso La Mecca); l'elemosina per i poveri (devolvere parte dei propri beni ai meno abbienti); il Ramadan (digiuno dall'alba al tramonto durante il nono mese dell'anno); pellegrinaggio a La Mecca, che deve essere svolto almeno una volta nella vita da ogni musulmano. 

Alla morte di Maometto succedettero:

  • Omar;
  • Otman, uomo poco carismatico e meno abile nel farsi accettare dalle tribù. Una parte degli arabi allora seguì Ali, genero di Maometto, uccidendo infine Otman;
  • Moavia, cugino di Otman che osteggiò l'elezione di Alì a califfo. Il mondo musulmano è ora diviso in seguaci di Alì (o Sciiti) che controllavano Arabia e Iraq e Sunniti (seguaci di Moavia e degli Omaiadi) che controllavano Siria ed Egitto: Alì e poi suo figlio Hosein furono assassinati e nel 692 gli Omaiadi dimostrarono di gestire il gruppo più potente del mondo arabo. 

E' da ricordare che nel 732 Carlo Martello riportò una grande vittoria bloccando a Poitiers gli Arabi d'Africa e Spagna e arrestando così la loro avanzata in Europa. Importante fu anche la vittoria del 717 dell'imperatore bizantino Leone Isaurico che bloccò i musulmani che attaccarono Costantinopoli. 

Carlo Magno e la rinascita carolingia

La storia dei Franchi è la storia di un gruppo razziale che, a partire dalla conversione al cristianesimo sotto Clodoveo, seppe instaurare con la cultura latina  e con la Chiesa di Roma dei rapporti tali da non essere mai avvertito come una popolazione ostile da parte dei Romani. I Franchi infatti assunsero il ruolo di difensori della latinità contro i Visigoti, Borgognoni, Arabi e Longobardi. Nonostante questa prossimità al mondo classico, i Franchi trovarono il tessuto istituzionale latino già in profonda decomposizione.

Tra V e VI secolo le tribù barbare dei franchi cominciarono a conquistare tutta la Gallia romana. Arrivarono nella parte settentrionale conquistando anche la parte poi meridionale che era occupata dai Visigoti. Come già detto, con Clodoveo si ha la prima dinastia reale franca: la dinastia dei Merovingi. Successivamente alla conversione, Clodoveo si garantirà l'appoggio della Chiesa di Roma, e l'integrazione così tra popolo franco e romani. I re merovingi sono ricordati come i 're fannulloni' proprio perché disinteressati alle questioni legate ai problemi della popolazione o la gestione del territorio, c'erano infatti i maggiordomi, tra i quali ricordiamo Carlo Martello, che si distinse nella prima menzionata battaglia di Poitiers dalla quale prende il nome, proprio perché riuscì a sconfiggere l'esercito musulmano del governatore arabo della Spagna Abdur Rahman. Appoggiò l'operazione di cristianizzazione delle popolazioni ariane sottomesse, portate avanti dagli inglesi Bonifazio e Willibrord, sotto la direzione del papa Gregorio II. Tra i frisoni Bonifazio ebbe il suo martirio, non prima però, di essere riuscito a convertirli e ad organizzare la Chiesa di Baviera in qualità di arcivescovo di Magonza.  Intanto nella parte orientale dell'impero la corrente di pensiero dei pauliciani, sulla base dell'autorità di S. Paolo, respingeva i commentari delle scritture, rifiutava i sacramenti, l'adorazione della vergine. L'imperatore Leone III, sensibile a questo tipo di predicazione, nel 726 ordinò la distruzione delle immagini sacre in tutti i territori dell'impero. In Italia questa decisione venne avversata dal clero romano e dalla popolazione, con diverse esplosioni di violenza; nel concilio dei vescovi italiani convocati da Gregorio III nel 731, vennero scomunicati gli iconoclasti.  

Nel 741 il papa decise di inviare a Carlo Martello le chiavi della tomba di San Pietro chiedendogli di aprire le ostilità verso Bisanzio. Carlo però declinò l'invito, e due anni dopo sparì dalla scena insieme a Leone III e papa Gregorio. 

Carlo Magno
Carlo Magno

Intanto Pipino il breve, figlio di Carlo Martello, nel 751 diventerà re dei franchi e poi consacrato Re da papa Stefano II. Con Pipino breve ha inizio la dinastia dei carolingi. La consacrazione a re avviene sempre da parte del papa, che riconosce la superiorità del suo potere rispetto a quello del re, a sua volta il re riceve il sostegno da parte dei cattolici. In questi anni l'Italia era occupata da Longobardi e Bizantini. I Longobardi riusciranno nel 751 ad entrare a Ravenna (territorio bizantino) e ad avanzare verso Sud minacciando Roma. E' proprio in  questa occasione che papa Stefano II chiede aiuto al re franco Pipino il breve di intervenire: il re arriva in Italia, obbliga il re dei Longobardi Astolfo a cedere i suoi territori al papato, territori che andranno sotto il nome di 'patrimoni di San Pietro', ossia i territori della Chiesa. Si forma così lo Stato della Chiesa, e comincia ad affermarsi il potere temporale del papa, che fino a questo momento aveva avuto solo quello spirituale o religioso: è in questa occasione che viene concepito il falso documento della donazione di Costantino, nel quale si diceva che i territori che Pipino aveva consegnato al papa appartenevano di diritto a roma perché originariamente donati dall'imperatore Costantino a papa Silvestro; solo 700 anni dopo Lorenzo Valla avrebbe scoperto l'inganno. 

Nel 768 Pipino morì e i suoi due figli, come da consuetudine tra i Germani, avrebbero dovuto dividersi i territori, ma fortuna volle che il figlio minore morisse due anni dopo e così il futuro Carlo Magno si ritrovò  a gestire tutto il patrimonio.  

Il successore di Astolfo, re Desiderio, decide di mantenere buoni rapporti con i Franchi, dando in mogli le due figlie ai figli di  Pipino il Breve. I Longobardi però, continuano ancora a rappresentare una minaccia per Roma. Carlo Magno allora decise di dover attaccare i Longobardi (sposato con una delle figlie di re Desiderio), e di conseguenza prese la decisione di lasciare/ripudiare la moglie e intervenire in Italia. I figli dei due, verranno accolti dal re longobardo sperando di poterli utilizzare contro il padre in chiave dinastica, ma l'appello rivolto a papa Adriano di dichiararli legittimi eredi cadde invano. Carlo Magno nel 773 riuscirà a sconfiggere i Longobardi in Italia, assunse per sé la corona del regno e relegò Desiderio in un monastero a trascorrere gli ultimi giorni di vita. Circa vent'anni dopo Carlo verrà richiamato in Italia: il papa Leone III nell'aprile del 799 venne accusato di simonia, spergiuro e aggredito dalla folla per le vie di Roma.  L'autorità del papa, scossa dalle vicende delle contestazioni, poteva riassestarsi solo con il gesto di alto valore simbolico che prevedeva la collaborazione dall'altra fonte di potere la cui autorità apparisse indiscutibile: che Carlo rispondesse a questa esigenza lo dimostra il fatto che il patriarca di Gerusalemme si rivolgesse a lui e non a Bisanzio, consegnandogli le chiavi dei luoghi santi. Così, dopo aver giurato la sua innocenza, la notte di Natale dell'800 Papa Leone III lo incorona imperatore. Ora nasce l'impero carolingio, quello che sarà chiamato il sacro romano impero. Carlo Magno riunifica buona parte dei territori di quello che era l'impero romano d'occidente e chiama il suo regno Sacro Romano Impero: sacro in quanto benedetto dal papa e Carlo fu difensore della religione cattolica; romano perché erede dei romani; impero perché formato da più popoli. Vi erano però delle differenze sostanziali con l'impero romano: il centro non era più Roma e quindi l'Italia, ma l'Europa continentale, e Carlo era un imperatore totalmente cristiano infatti tutti i popoli dovettero convertirsi al cattolicesimo (dovevano seguire la Chiesa di Roma).  Carlo è il primo imperatore nell'Europa occidentale dalla caduta dell'impero romano d'Occidente del 476. 

Da cosa dipese la forza militare di Carlo? Dalla fanteria, forte e veloce negli spostamenti. I nobili proprietari terrieri inoltre, fornivano a Carlo i loro eserciti privati che costituivano poi la cavalleria, la parte più importante del suo esercito. 

L'impero romano d'Oriente nel IX secolo (800) è ridotto a causa dell'espansione dell'impero arabo-islamico che si estende su tre continenti. Nel cuore dell'Europa occidentale nasce il Sacro romano impero con capitale Aquisgrana (oggi in Germania) e, c'è da aggiungere, che per molti storici il Sacro romano impero è considerato primo esempio di unificazione europea. In Italia sono presenti i territori della Chiesa: il patrimonio di S.Pietro, il ducato di Benevento e l'impero arabo e alcuni territori ancora in mano all'impero bizantino. 

Come viene organizzato l'impero da parte di Carlo?  Lo suddivide in unità territoriali più piccole, come la contea, dove un conte esercita poteri civili e militari; poi c'è la marca, un territorio di confine e più difficile da gestire perché esposto a continui attacchi da parte dei nemici, qui il marchese esercita poteri militari. Conti e marchesi sono legati a Carlo da un rapporto di fedeltà e quest'ultimo controlla i loro compiti attraverso dei funzionari, i missi dominici (= inviati da signore). Conti e marchesi dunque sono vassalli dell'imperatore, ottenendo in cambio della loro fedeltà benefici e il possesso di un territorio: il feudo. L'impero carolingio è di fatto composto da tanti poteri locali autonomi, ed è solo il prestigio di Carlo che garantiscono l'unità dell'impero. il re attraverso una cerimonia ufficiale consegna nelle mani del vassallo il simbolo del potere che gli viene affidato (una zolla di terra ad esempio). In questo periodo si ha inoltre una rinascita culturale dovuta alla lungimiranza di Carlo che si rende conto che per amministrare un impero così vasto ha bisogno di funzionari colti, preparati e competenti. Istituisce allora nel palazzo imperiale di Aquisgrana la scuola palatina (= di palazzo): in questo periodo nasce la scrittura Carolina. 

Carlo muore nell' 814 e il Sacro romano impero sopravvive solo pochi anni dopo la sua morte. Perché? A causa della debolezza del potere centrale: il suo successore non fu in grado di gestire il potere come ebbe fatto Carlo. Mancavano inoltre vie di comunicazioni efficaci in aggiunta a nuove invasioni sull'Europa occidentale da parte di Saraceni, Normanni e Ungari. Alla morte di Carlo il comando passò a suo figlio, Ludovico il Pio (così detto per i suoi ottimi rapporti con la Chiesa) che proseguì la stessa opera del padre. Una volta morto Ludovico, nell'840, i tre fratelli Carlo il Calvo, Ludovico il germanico e Lotario si contesero il territorio imperiale giungendo talvolta anche allo scontro armato.  Il sacro romano impero nell' 843 venne definitivamente smantellato attraverso il trattato di Verdun che suddivide l'impero in tre regni autonomi che vanno ai tre nipoti di Carlo: 

  1. Regno di Carlo il Calvo: parte occidentale dell'impero, Neustria, l'Aquitania e la Marca spagnola (futuro Stato Francese);
  2. Regno di Lotario I: parte centro meridionale, la Provenza e altri possedimenti in Italia come il ducato di Spoleto, Toscana e l'Italia settentrionale;
  3. Regno di Ludovico il Germanico: parte centro settentrionale del regno. 
Questo smembramento portò ad una crescita di potere da parte dell'aristocrazia che minacciava di impadronirsi dei feudi (struttura sociale fondamentale del vecchio sacro romano impero). Che cosa successe? Nell'887 Carlo il Calvo re di Gallia firma il Capitolare di Quierzy che trasforma i feudi maggiori in ereditari in modo tale che non passassero più all'imperatore alla morte del feudatario. Ciò provocò una crescita maggiore del potere del feudatario: ora il feudo era sganciato completamente dal vincolo di fedeltà che invece basava i rapporti sociali fino a quel momento (nessuno ora poteva togliere il feudo a chi lo otteneva e neppure alla sua famiglia).  La conseguenza più grave di questo trattato era che imperatore e re non potevano contare più sull'appoggio militare dei feudatari e dei loro soldati. Questo è il periodo di anarchia feudale: il potere centrale dell'imperatore non è più in grado di controllare l'azione dei feudatari che a loro volta esercitano il loro potere senza dar conto a nessuno, in completa autonomia e libertà. Il territorio imperiale ora è frammentato in tanti feudi autonomi che si autogovernano, con il potere esclusivo affidato alle mani del signore: è il feudalesimo, che nasce nel IX secolo per svilupparsi e rafforzarsi tra X  e XI secolo. Il feudatario aveva un potere assoluto, il 'potere di banno': potere assoluto di vita e di morte sui sudditi; potere di amministrare la giustizia; potere di usare l'esercito come e quando il feudatario voleva; potere di imporre leggi e di riscuotere tributi, senza che nessuno lo controllasse; il feudatario poteva inoltre cedere la sua terra a dei valvassori che potevano a loro volta affidare la terra ad altri a loro sottoposti, i valvassini, in cambio della loro fedeltà. Il feudalesimo ha dunque una struttura sociale a piramide, al cui vertice vi è l'imperatore che però fatica a garantire l'ordine; poi vi sono i vassalli maggiori (conti, marchesi, altro clero); vassalli minori e poi alla base della piramide servi della gleba, contadini e artigiani. Questa struttura però non garantiva l'ordine sociale. Perché? Mancava un potere che potesse controllare i vari strati sociali che compongono la struttura sociale, inoltre, ogni vassallo e valvassore poteva essere contemporaneamente a servizio di più signori, comportando il fatto che ogni gradino superiore della piramide feudale era  a rischio di diventare vittima di tradimenti.  Venne allora introdotto il reato di 'fellonia' cioè di tradimento del legame di fedeltà che lega vassallo e signore, chi si macchiava di questo reato veniva privato della terra. 

L'888 è la data che segna la fine della dinastia carolingia. Infatti Carlo il Grosso, terzo figlio di Ludovico il germanico, incapace e dunque inadatto, fu deposto forzatamente dall'aristocrazia tedesca, in quanto Carlo, re di Germania, voleva restaurare il potere centrale dell'imperatore, riunificando l'Europa sotto la sua corona. Questo avrebbe portato i feudatari a perdere gran parte del potere accumulato in seguito al Capitolare. I nobili allora deposero Carlo, impedendogli di portare a termine il suo progetto. Questo era il segno evidente che ormai l'impero carolingio era definitivamente tramontato. Ha ora inizio un conflitto tra le grandi case nobili di Sassonia, Baviera e Franconia per la successione al trono. 
Il duca di Sassonia, Enrico, riuscì a farsi eleggere re di Germania nel 919 dagli altri feudatari, ponendo fine alle lotte per il potere e interrompendo l'anarchia che aveva portato all'affermazione sei singoli feudatari. Il nuovo sovrano concentrò le sue energie per fermare le scorrerie dei popoli nomadi dell'Est, come gli Ungari e gli Slavi, riprendendo il controllo del regno. Nel 955 il figlio di Enrico, Ottone I, sconfisse definitivamente gli Ungari e liberò l'Europa dalle loro razzie. Grazie a questa vittoria gli venne attribuito il titolo di Ottone il grande.  L'Italia intanto era politicamente divisa e terra di conquista dei grandi feudatari europei. La situazione era nel caos più totale e perciò i grandi feudatari tedeschi nominarono Ottone I di Sassonia come loro sovrano per mettere fine al disordine. Nel 936 Ottone viene incoronato ad Aquisgrana re di Germania. Quali furono i suoi primi atti da sovrano? Dopo aver sconfitti gli Ungari ed aver esteso la sua influenza sul regno di Borgogna, Ottone scende in Italia proclamandosi re, ponendo fine alle pretese dei grandi feudatari che avevano trasformato l'Italia in territorio di conquista infatti nel nord Italia, in seguito alla divisione di Verdun, era in vita un Regnum italicum su cui governava Berengario che verrà sconfitto da Otone. Nel 951 viene proclamato re a Pavia dunque e in questo modo riesce in un'impresa epica: unificare i regni di Germania e Italia sotto la corona tedesca. Ma dal momento che non esiste nessun sovrano imperiale che non si sia fatto riconoscere dal papa nel 962 Ottone I viene incoronato imperatore a San Pietro a Roma da papa Giovanni XII. Ciò somiglia molto a quanto precedentemente fatto da Carlo Magno, infatti con Ottone rinasce il sacro romano impero ma dal momento che il cuore dell'impero è la Germania, si parlerà di Sacro romano impero germanico. Ottone voleva la limitazione del potere dei feudatari e mettere fine alle lotte, proteggere il popolo dalle invasioni che provenivano da oriente e conquistare Italia e territori slavi dell'Europa orientale restaurando l'impero con una forte identità cristiana. Egli ci riuscì. In cosa differivano il Sacro romano impero di Carlo Magno e quello germanico di Ottone?:
Ottone, appena eletto imperatore, proclama il Privilegium Othonis, nel 962: con questo documento riconosceva allo stato della Chiesa gli stessi territori che precedentemente erano stati donati da Pipino il breve e Carlo Magno ma, allo stesso tempo, stabiliva che l'elezione del papa poteva avvenire solo con il consenso dell'imperatore. Dunque l'imperatore nega la superiorità del potere del papa affermando la supremazia del potere imperiale: il contrario del Sacro romano impero carolingio implicitamente subordinato al potere papale. Ciò ovviamente a papa Giovanni XII non andava bene. A partire da questa fase ha inizio un conflitto che caratterizzerà tutta l'epoca medievale.  
  • il Sacro romano impero germanico era caratterizzato dall'assoggettamento dell'Italia al potere di Ottone I e quindi alla corona tedesca, dunque l'italia non aveva nessuna forma di indipendenza. I territori che la costituivano erano tutti dipendenti da un potere straniero;
  • l'elettività del sovrano, non più tale per diritto, ma nominato dai grandi feudatari (prima grazie alla legge del maggiorascato il potere imperiale passava di padre in figlio. Termina dunque l'ereditarietà;
  • la Francia non fa più parte del territorio imperiale ma un territorio indipendente (il Sacro romano impero germanico è dunque più piccolo rispetto a quello di Carlo Magno);
  • Ottone promuove il controllo sulla Chiesa e sulla sua organizzazione, cioè il pontefice deve essere eletto sotto approvazione dell'imperatore;
  • una conseguenza dell'ultimo punto è che inizia a configurarsi un conflitto tra Chiesa e impero che con i sovrano franchi non c'era stato. 
Ottone, appena eletto imperatore, proclama il Privilegium Othonis, nel 962: con questo documento riconosceva allo stato della Chiesa gli stessi territori che precedentemente erano stati donati da Pipino il breve e Carlo Magno ma, allo stesso tempo, stabiliva che l'elezione del papa poteva avvenire solo con il consenso dell'imperatore. Dunque l'imperatore nega la superiorità del potere del papa affermando la supremazia del potere imperiale: il contrario del Sacro romano impero carolingio implicitamente subordinato al potere papale. Gli storici parlano di Chiesa imperiale.  A partire da questa fase ha inizio un conflitto che caratterizzerà tutta l'epoca medievale. 

Ad imprimere una più netta direzione culturale e politica dopo Verdun furono i Normanni. Essi (nordmanni, popolo del Nord) erano di provenienza teutonica e furono abbastanza permeabili ad adottare il cristianesimo e la cultura latina ad esso connessa, dando in cambio capacità di organizzazione politica che determinò il consolidamento dello stato in Francia e Inghilterra. Nel 911, il loro capostipite, Rollone, fondò il Ducato di Normandia. Alcuni si mossero verso Sud per conquistare il Sud Italia, invece altri ambirono alla conquista del regno d'Inghilterra, per motivi dinastici, poiché il Re sassone Edoardo il Confessore era parente del Duca Guglielmo e aveva promesso a lui il trono d'Inghilterra alla sua morte. Nel 1009 Sven Barbaforcuta porta per l'ennesima volta i Normanni in Inghilterra, ma questa volta sottomette quindici contee sassoni; sarà poi il successore di Sven, ossia Canuto il Grande, a perfezionare la conquista  e a riunificare nel 1017 sotto un'unica corona Danimarca, Norvegia ed Inghilterra. A metà del secolo, con Edoardo il Confessore, i Sassoni riprendono per un breve periodo il controllo ma quando nel 1066 i Sassoni e i Normanni si incontrarono nei pressi di Hastings,  Guglielmo, figlio illegittimo del duca di Normandia, ottiene la celebre vittoria di Hastings appunto e assume l'appellativo di Conquistatore. Guglielmo viene incoronato re d'Inghilterra e Londra ed instaura una monarchia feudale. Inoltre, dispose la redazione del Domesday Book, dal quale emerge l'idea precisa degli obblighi feudali normanni, esso infatti è un catasto di 800 fogli. 
Ma lo spirito di intraprendenza di questo popoli si manifesta nell'Italia meridionale. Come già detto infatti, intorno all'anno 1000, una parte di questo popolo scese verso il Sud dove la Sicilia era sotto il controllo arabo, mentre Puglia e Calabria dall'impero romano d'oriente (il resto del centro sud Italia era composto da piccoli principati, ducati o città indipendenti). La contea di Aversa fu il primo possedimento normanno nel Sud Italia. I dodici figli di Tancredi d'Altavilla, alla guida di poche centinaia di guerrieri, riuscirono a conquistare l'Italia meridionale e la Sicilia. La presenza normanna nel Sud Italia era da molti percepita pericolosa: da mercenari al soldi dei signori locali a temibili conquistatori. Nel 1053 il Papato forma una coalizione anti normanna che si scontrò con i Normanni in Puglia, nel pressi del Gargano a Civitate: i Normanni vincono e catturano Papa Leone, facendolo prigionieri a Benevento, e tale battaglia rappresenta la svolta della conquista del Sud Italia da parte dei Normanni. Il Papa allora riconobbe, con gli accordi di Melfi del 1059, ai normanni la Puglia come feudo papale, concedendola a Roberto il Guiscardo, e Ruggero, suo fratello, lo rese legato apostolico ereditario in Sicilia. In questo modo ebbe termine innanzi tutto il dominio longobardo sulla penisola italiana (si ricorda che i Longobardi erano all'intero della coalizione anti noramma insieme all'Impero romano d'Oriente, visto spogliato di diversi territori) ed ebbe inizio il controllo normanno del Sud Italia, con i normanni nelle vesti di vassalli del Papa.

I comuni tra XI  e XII secolo 

Gli storici parlano di rinascita del secolo XI. E' finito l'Alto medioevo (476 e fine del X secolo) e ha inizio il Basso medioevo che si concluderà con una data convenzionale quale quella del 12 ottobre 1492, scoperta del continente Americano. Quali sono le novità dell'anno Mille?

  • netto aumento demografico e contestuale crescita economica; importanti trasformazioni sociali come la nascita del Comune e dell'Università;

  • dopo aver subito l'avanzata del mondo islamico ora è il mondo occidentale che si espande, riconquistando gradatamente il controllo del Mediterraneo occidentale, poi della Spagna e del Medio oriente attraverso le crociate.

Dall' XI al XIV (circa 300 anni) secolo vi è un costante aumento della popolazione, l'Europa passa da 40 a 73 milioni di abitanti ( oggi 700 milioni di cui 450 milioni nell'Unione Europa).

Quali fattori determinarono la rinascita urbana in questo periodo?

Tale rinascita dà vita all'istituzione comunale ossia l'organo di auto governo di una cittadina. I comuni nascono intorno al vescovo, dunque un origine ecclesiastica poiché intorno al 950, quando l'anarchia feudale (incapacità da parte del potere centrale di controllare le periferie) si fa più forte, molti sovrani e alcuni imperatori affidano ai vescovi (persone colte) l'esercizio di compiti laici. Tra questi compiti quello di fare il giudice nel tribunale cittadino, di riscuotere le imposte, di organizzare se necessario la pubblica sicurezza interna ed esterna e di usufruire patrimoni. tutti compiti laici che i vescovi esercitano supplendo ad una figura che non c'è più, come quella del funzionario. In città, oltre alla classe nobiliare che diventa vassalla del vescovo, ci sono anche altre figure e centri sociali come quello dei mercanti che hanno il compito di approvviggionare la città. Il vescovo inizialmente amministra con la loro collaborazione, poi però, intorno al 1050-1060, dopo circa un secolo di amministrazione laica dei vescovi, il vescovo viene gradatamente estromesso dai compiti laici: è la città che ora prova ad amministrarsi da sé servendosi dei nobili e dei borghesi. E' un passaggio significativo perché dopo circa un secolo di amministrazione vescovile ora i laici amministrano il comune con le loro forze. Questa fase inizia quando i comuni cominciano a nominarsi dei propri consoli, cioè rappresentanti del potere cittadino, di numeri differente in base alla grandezza della città, da minimo 2 a massimo 24, eletti per durata annuale, i quali hanno diversi compiti, ossia quelli che prima spettavano al vescovo. Come possibile vedere dalla cartina, i comuni non si formano nell'Italia meridionale poiché i Normanni, ormai re di Sicilia dal 1130 con Ruggero II, impongono un forte potere centrale.

Oltre ai nobili, la grande classe sociale protagonista della svolta comunale è la borghesia (=abitante del borgo, della parte nuova della città, costruita intorno o al di là delle mura, dove si concentrano le principali attività economiche come quella dei banchieri, o ancora notai; vi è poi la piccola borghesia come quella degli artigiani). La borghesia propone una mentalità che è quella degli affari, della produttività. La crescita della città determinerà anche la crescita dei mercanti, ormai costante delle città e luoghi dove la borghesia dà il meglio di sé. C'è da specificare la differenza tra città e contado:

  • la città è il luogo in cui si consuma ciò che il contado produce, è produttrice di servizi;

  • il contado è il territorio circostante che produce beni che verranno consumati nella città; territorio che si trova intorno alla città con diverse grandezze.

Sono fattori in dipendenza tra loro perché dalla città provengono quei consumi di cui poi il contado si alimenta.

Come si evolvono le forme comunali? Nelle campagne si possono avere Comuni signorili, nati dall'associazione di piccoli feudatari, e Comuni rurali, sorti dall'iniziativa solidale di agricoltori emancipatisi dai vincoli del servaggio. Tuttavia, i Comuni più importanti sono quelli urbani. Si tende a suddividere la formazione e sviluppo dell'assemblea popolare in due grandi periodi:

  • La prima forma di Comune è quella consolare, comuni dominati da famiglie potenti che si servono dei consoli (da 2 a 20) per gestire la città. Un secolo dopo, nel periodo podestarile, i grandi scontri interni al comune consolare, conducono a chiamare dall'esterno un magistrato investito di compiti di podestà, un funzionario esterno che deve pacificare gli odi interni che si fa aiutare da due assemblee: il maggior consiglio (composto da 200-300 persone in base alla grandezza dei comuni) ed un minor consiglio (detto Senato o consiglio di credenza, quella che oggi è la giunta comunale, 10-12 persone, che aiutano direttamente il podestà). Vi era poi il Parlamento (Arengo, l'assemblea di tutti i notabili e borghesi che elegge i magistrati e tratta gli affari di maggiore importanza).

  • L'ulteriore sviluppo del comune è il Comune popolare che si sviluppa quando la borghesia diventa molto forte e pretende di governare attraverso propri esponenti, impedendo alla nobiltà e al popolino di accedere alle cariche comunali. E' un popolo che ha in mano le leve economiche del potere, cioè il Popolo Grasso (grandi mercanti borghesi organizzati nelle Arti maggiori) o Popolo minuto (artigiani organizzati nelle Arti medie e minori). Nasce il Capitano del popolo il quale dirige e che è assistito dal Consiglio delle Arti (Priori e anziani) cioè esponenti delle corporazioni artigiane e dal Consiglio del Popolo (composto da elementi piccolo-borghesi).

La vita economica nei comuni era dominata dalle corporazioni, un'istituzione oggi limitata ad alcuni esponenti (ordine dei medici, dei farmacisti, dei notai ecc.). Sono associazioni di mestiere chiamate anche Arti maggiori e minori (Dante era iscritto all'Arte dei medici e degli speziali ad esempio). Cosa facevano? La loro funzione principale era tutelare gli interessi di tutta l'Arte, regolando produzione e commercio; inoltre controllavano tutte le fasi della lavorazione di un prodotto allo scopo di salvaguardare la qualità e il prezzo del prodotto stesso. Agivano anche per impedire la concorrenza sleale tra i membri di una corporazione, che avrebbe potuto danneggiare l'ordine economico e sociale (ad esempio impedivano che una bottega assumesse troppi lavoranti), inoltre curavano anche la formazione dei giovani apprendisti attraverso l'apprendistato (infatti l'iscrizione ad una corporazione era obbligatoria per chi voleva esercitare un'arte-mestiere e l'appartenenza ad un'Arte era regolata in maniera gerarchica).

  • prima si era apprendista-garzone, che lavorava gratis per imparare l'arte;

  • in seguito si diventava socio-compagno, che assisteva il padrone dell'azienda, partecipando agli utili;

  • in ultimo si poteva anche diventare maestro, cioè padre di un'azienda.

La lotta per le investiture e Federico Barbarossa  

A partire dall'anno Mille i due poteri universali, cioè impero e papato, che avevano dominato durante l'alto Medioevo, erano entrati in contrasto fra loro con la lotta per le investiture. La lotta per le investiture può considerarsi come uno scontro tra due poteri che miravano a ristabilire l'idea imperiale di politica. La causa principale di questo scontro fu una prassi che attribuiva all'imperatore la possibilità di nominare i vescovi, con lo scopo di garantirsi sui territori delle presenza che potessero assicurare l'amministrazione e il ritorno dei territori nel controllo dell'imperatore, visto che ai vescovi venne progressivamente imposto dalla chiesa il celibato. Nel 1059 papa Niccolò II proclamò il carattere laico dell'imperatore, escludendo la possibilità che potesse consegnare al vescovo l'anello e il pastorale, ma fu poi Gregorio VII a redigere nel 1075 il Dictatus papae: è una radicale trasformazione dell'idea della Chiesa, che ora deve assumere un ruolo politico, infatti, la forma monarchica, è per papa Gregorio quella più adeguata. E' così che decide  di divenire unica fonte di diritto, unico soggetto autorizzato a convocare un concilio.  Si può affermare che la Chiesa diventa così una monarchia. Fu Enrico IV di Franconia, imperatore del Sacro romano Impero, chiese e ottenne la deposizione di Gregorio VIII. Il papa reagì scomunicando Enrico e ciò comportò che tutti i feudatari tedeschi, poterono sentirsi liberi da ogni dipendenza nei confronti dell'imperatore. Fu così che ciò condusse Enrico al famoso episodio che lo vede umiliarsi a Canossa dove il papa aveva trovato protezione presso la contessa toscana Matilde, e ad ottenere, dopo tre giorni in mezzo alla neve, l'assoluzione. Questo però fu esclusivamente una mossa politica, infatti l'imperatore occupò Roma ed elesse un antipapa. In una lettere inviata al vescovo di Metz nel 1081 il papa ribadì le sue posizioni:  il sovrano non può svolgere alcun ruolo  nell'amministrazione della Chiesa; i sovrani non possono essere considerati personaggi sacri; e per marcare la distanza tra laici e sacerdoti, Gregorio, combatté il concubinato. Dopo la morte di questi due protagonisti,  la lotta era terminata con il Concordato di Worms del 1122 che stabiliva una sorta di compromesso, nel quale l'imperatore rinunciava a qualsiasi intromissione nell'investitura dei vescovi, tuttavia il potere dell'imperatore, era senza dubbio uscito indebolito, mentre quello papale si era rafforzato. All'inizio del 12 secolo, nel 1100, il potere imperiale era ancora molto debole e messo in discussione da diversi fronti. 

Tra comuni e impero dunque ci sarà uno scontro importante.  In Germania, i feudatari, avevano tentato di rendersi indipendenti e lottavano per ottenere la corona imperiale (fazione dei guelfi e dei ghibellini), ciò però accade anche in Italia, infatti molti comuni non riconoscevano l'autorità dell'imperatore.  Nel 1152 con l'elezione di Federico I in Germania, detto il Barbarossa, avviene la sconfitta dei feudatari tedeschi e rese più forte il suo potere in Germania. Riuscì a farsi nominare imperatore anche dal papa, Adriano IV, nel 1155, e per conquistarsi la sua fiducia, fece eseguire la condanna a morte del monaco Arnaldo, che a Roma aveva diffuso la sua protesta nei confronti del papa. 

 Gli imperatori tedeschi, prima di giungere a tale scontro, dovranno riaffermare l'autorità imperiale sul rissoso mondo della Germania che eleggeva i propri imperatori. Due erano le fazioni che si contendevano il titolo imperiale:la casa di Svevia e la casa di Baviera. Nel periodo di riaffermazione dell'impero, dopo il 1000, il papato continua a pretendere che le proprie prerogative non vengano violate dall'imperatore. Lo scontro tra impero e comuni diverrà escandescente quando il nuovo imperatore Federico Barbarossa, eletto imperatore nel 1052, riesce a mettere d'accordo le due grandi fazioni tedesche unificando gli interessi di tutte e due le casate perché egli fu uno svevo, ma figlio di Giuditta di Baviera, unifica dunque gli interessi di tutte e due le casate contendenti alla carica imperiale. Federico però vuole riprendersi ciò che in Italia in comuni si sono portati via e non tollera che le autonomie che si sono affermate in Italia mettano in discussione il disegno che ha Federico di ricostruzione imperiale e di ripresa di quei diritti imperiali che ormai i comuni avevano per sé (le regalìe, come la riscossione delle tasse, l'amministrazione della giustizia che i comuni esercitavano in proprio). Ha inizio così una dura lotta tra questi due soggetti politici:l'impero di Federico Barbarossa e Comuni italiani. Federico Barbarossa scende in Italia più volte, durante la dieta che si tiene a Roncaglia ribadisce il suo proposito di considerare illegali tutte le unioni comunali e al che i comuni reagiranno compattandosi sempre di più, sostenuti anche dall'autorità del pontefice Alessandro III il quale si serve di loro anche per sostenere le proprie ragioni. Lo scontro avviene nel 1176 nella battaglia di Legnano in cui la lega Lombarda (che vede uniti numerosi comuni capeggiati dal comune di Milano) batte l'esercito di Federico Barbarossa. Si giunge allora ad un accordo nel 1183, la Pace di Costanza, nel quale i Comuni riconoscono l'autorità imperiale dichiarandosi vassalli dell'imperatore, e Federico Barbarossa riconosce acquisiste tutte le libertà ricavate dai Comuni (autonomia amministrativa) e a non chiederle indietro (chiede però che i Consoli eletti dai comuni si rechino da lui per ricevere un'investitura ufficiale). Con Federico si apre la divisione tra partigiani dell'imperatore (ghibellini) e partigiani dei diritti e prerogative del papa e del comune (guelfi che a loro volta si divideranno in bianchi e neri). 

Quale fu il programma politico di Federico Barbarossa?
  1. ristabilire la sua autorità sulle città italiane, annullando la loro autonomia politica e le regalìe di cui si erano impossessate;
  2. estendere il suo dominio nell'Italia meridionale cacciando i Normanni;
  3. riaffermare la supremazia dell'Impero sulla Chiesa.
Federico però vuole riprendersi ciò che in Italia in comuni si sono portati via e non tollera che le autonomie che si sono affermate in Italia mettano in discussione il disegno che ha Federico di ricostruzione imperiale e di ripresa di quei diritti imperiali che ormai i comuni avevano per sé (le regalìe, come la riscossione delle tasse, coniare la moneta, l'amministrazione della giustizia che i comuni esercitavano in proprio che dopo la Dieta di Roncaglia spetteranno esclusivamente all'imperatore). Ha inizio così una dura lotta tra questi due soggetti politici:l'impero di Federico Barbarossa e Comuni italiani.  


Discese in Italia di Federico Barbarossa

  1. La prima fu caratterizzata dalla distruzione di varie e piccole città. A Roma però Federico incontrò una situazione difficile, in occasione di una rivoluzione democratica guidata da Arnaldo da Brescia, un monaco, che Federico, con il fine di ottenere l'incoronazione imperiale dovete catturare ed uccidere per conto della Chiesa. Ciò scatenò in città dei tumulti antimperiali che costrinsero Federico a tornare in Germania. 
  2. La seconda discesa è segnata dalla Dieta di Roncaglia in conseguenza alla quale i più importanti poteri comunali potevano essere esercitati solo con il consenso del delegato imperiale. L'atto più grave però,  avvenne quando Federico tentò di riprendersi tutti i suoi poteri anche in campo ecclesiastico ed il papato reagì scomunicandolo. Molti comuni si legarono nelle Leghe lombarda e veronese, appoggiate dal papa. L'imperatore vista la situazione preferì ritirarsi in Germania.
  3. La terza discesa non portò a molto.
  4. La quarta discesa vide Federico voler imporre dirigersi verso Roma con lo scopo di insediarvi un antipapa. Federico però dovette fare i conti con una grave pestilenza e fu costretto a ritirarsi, lasciando la vittoria a papa Alessandro III. 
  5. La quinta e la sesta discesa sono segnate da diversi trattati di pace, ai quali Federico dovette addivenire dopo la totale sconfitta subita a Legnano nel 1176 in seguito alla quale Federico e il papa Alessandro III si incontrarono a Venezia nel 1177. La pace di Costanza poi nel 1183 riconobbe i diritti di giurisdizione, autogoverno e difesa e coalizione dei Comuni, che a loro volta accettarono di dichiararsi dipendenti dall'impero e di vincolarsi ad alcuni obblighi fiscali. 
  6. Il più grande risultato però Federico lo ottenne nella sesta discesa in Italia, nella quale riuscì a far sposare suo figlio, Enrico VI, con Costanza d'Altavilla, ultima erede legittima del regno Normanno di Napoli e Sicilia. Alla morte di Federico Barbarossa, Enrico VI riunì sotto la sua corona anche l'Italia meridionale, lasciando alla sua morte, il trono di Germani e di Sicilia al figlio di 3 anni: il futuro Federico II. 

Federico II di Svevia: stupor mundi

Federico II
Federico II

Facciamo il punto della situazione. Ci troviamo negli anni in cui in Giappone i clan dei Samurai sono in lotta tra di loro; l'impero di Gengis Khan  invade la Cina e  contemporaneamente l'area di influenza dell'Islam si espande verso l'India; intanto Saladino è riuscito a unificare i popoli musulmani e a costringere il regno cristiano di Gerusalemme entro una stretta fascia costiera.  In Europa è il tempo delle crociate. Sono gli anni in cui due sono i  poteri che si contendono il dominio dell'Occidente: l'imperatore del Sacro romano impero germanico e il Papa di Roma. L'imperatore Federico I Barbarossa ha consolidato un vasto impero, suo figlio Enrico VI sposa con Costanza d'Altavilla (erede di Ruggero II e della suo regno di Sicilia). 

Enrico VI aveva disposto che il Regno di Sicilia, la moglie e il figlio di appena tre anni passassero sotto la tutela della Chiesa. Federico, l'erede del Sacro romano impero, fu affidato alla tutela di papa Innocenzo III. Il titolo di imperatore è una carica elettiva e non ereditaria dunque Federico alla morte di Enrico VI, non gli succede. A 4 anni eredita il Regno di Sicilia. Innocenzo III dunque assume la reggenza siciliana fino alla maggiore età di Federico. Innocenzo III (Lotario dei conti Segni, eletto nel 1198) fu uno dei più grandi papi del Medioevo e con lui la Chiesa raggiunge l'apice del potere temporale.


Regno di Sicilia
Regno di Sicilia

La Sicilia agli inizi del 1200 rappresenta un'area nella quale si incontravano le culture del tempo cioè l'occidente latino-germanico, il mondo islamico, bizantino. L'incontro di culture diverse però aveva già visto la Sicilia come terra ideale da già molto tempo, ossia dagli inizi dell'età Normanna. I Normanni, provenienti dalla Normandia, conquistano la Sicilia nell'XI secolo, la collegano organicamente all'Occidente, sempre con un atteggiamento di grande interesse verso il mondo islamico e bizantino. I collaboratori più stretti dei sovrani normanni erano infatti greci o musulmani. Dunque si parla, già da questi tempi, di multiculturalità. Federico II cresce in questo clima, si pensi al fatto che fu figlio di madre normanno-siciliana e padre tedesco, dunque espressione di due mondi diversi.

Federico nel 1208, raggiunta la maggiore età di 14 anni, dichiara di voler esercitare da solo il potere e nel 1209 onora l'alleanza stabilita da Innocenzo III, sposando a Palermo Costanza d'Aragona. Si reca in Germania per consolidare la sua candidatura imperiale contro il guelfo Ottone IV di Brunswick. Appoggiato dal re di Franco, Filippo Augusto, Ottone è sconfitto nella battaglia di Bouvines del 1214: Federico è imperatore del Sacro romano impero germanico e incoronato nella cappella di Carlo Magno nella cattedrale di Aquisgrana. E' il 1215 e Federico II ha solo 21 anni. Nel 1220 al suo rientro in Italia viene incoronato dal papa, a Roma. Salito al trono Federico si impegna solennemente a partire alla volta della Terra Santa per conquistare Gerusalemme, impegno posticipato diverse volte mentre cerca di mettere ordine nel regno di Sicilia. Intraprende diverse campagne militari contro alcuni nobili per recuperare governo e tesoro reale da questi saccheggiato. Nel frattempo, fronteggia una rivolta della popolazione araba, che una volta sottomessi, vengono trasferiti a Lucera nel 1224 dove la relazione tra musulmani e re diventa alleanza. La popolazione può praticare liberamente la propria fede, in un gesto di fiducia.


Sacro romano impero di Federico II
Sacro romano impero di Federico II

Nei territori germanici prevalse in modello feudale, invece in Sicilia venne organizzato uno stato centralizzato con un corpo giuridico e normativo molto avanzato. Le Costituzioni melfitane (o Liber Augustalis) promulgate nel 1231 furono un importantissimo trattato di diritto, tanto che il papato temeva molto questo lavoro al quale attendevano i diversi consiglieri di Federico II: un lavoro che sarà riprodotto a stampa fino al 1780.

Federico II ha un progetto di ammodernamento, potenziamento dello stato e sostegno alla cultura. Federico II prevede anche la creazione che rendano possibile un'istruzione di base per tutti gli strati della popolazione. Promuove la costruzione di castelli, come quello ottagonale di Castel del Monte.

La corte di Federico II è composta da sapienti, come Michele Scoto, che proveniva da Toledo e si trasferisce in Sicilia divenendo astrologo imperiale; Teodoro di Antiochia, filosofo di Federico II, invece sarà il nesso con Oriente e Nord Africa. Alla corte federiciana confluirono anche studiosi ebrei che furono matematici, professori di logica musulmani. Il cancelliere di corte, Pier delle Vigne, collocato da Dante al VII cerchio dell'inferno (quello dei violenti), oltre che giurista di corte contribuì con Federico a tenere vivo un mosaico di potei di differenti origini e lingue. La produzione poetica fu infatti enorme, e qui furono create le prime opere letterarie. Allo stesso Pier delle Vigne (o a Giacomo da Lentini) viene attribuita l'invenzione di metrica e sonetto tra 1230 e 1240. Poco dopo San Francesco dunque, questa piccola corte in Sicilia, ha visto nascere la poesia italiana.

Allo stesso modo fu incoraggiato lo sviluppo della lingua tedesca, infatti nel 1235 a Magonza Federico diede il primo editto ufficiale in lingua tedesca, ma non solo. Scrisse personalmente un trattato sulla falconeria, il De arte venandi cum avibus. Si può dire che Federico II è stato il primo e unico imperatore medievale che ha scritto un'opera scientifica, su come fare la caccia con gli uccelli.


Il ritardo di Federico II nella crociata, aumenta la tensione con Papa Gregorio IX che alla fine lo scomunica. Ma quale fu il vero motivo di tale ritardo? Influirono diversi fattori. Uno di essi fu il fatto che al papa non piacesse l'ambiente arabizzato nel quale vivesse Federico II e allo stesso tempo, Federico II rimandando, non adempiva a ciò che il Papa aveva chiesto, ma perché tardava? Federico voleva consolidare in primis il suo stato e poi non voleva condurre una crociata in nome del pontefice, piuttosto a proprio vantaggio.

Il sultano d'Egitto, al- Kamil, sentendo di questo re cristiano 'insolito', gli invia il suo uomo di fiducia che gli offre il regno di Gerusalemme. Questo fu un episodio unico nel medioevo: Federico II, come imperatore cristiano, non era imperatore solo della Sicilia, ma di quasi tutta l'Italia e Germania. Quindi era il rappresentante più importante della cristianità. Al-Kamil, nipote di Saladino, era il più importante sultano d'Oriente. I due sovrani erano simili: tolleranti, colti, pacifici. Ricordiamo che la città di Gerusalemme fu conquistata precedentemente da Saladino, zio di al-Kamil. Federico viene incoronato nella cattedrale di Gerusalemme senza versare neppure una goccia di sangue. Così Federico fece ciò che tutte le spedizioni crociate precedenti non fecero.

Nella pace che viene firmata, Gerusalemme è consegnata a Federico II e con essa rimangono ad egli Betlemme e Nazareth. Nelle mani dei musulmani le due grandi moschee di Omar e Alaxa. La firma di questo trattato è pacifica: tramite un accordo. Il Papa risponde interdicendo la Chiesa del Santo Sepolcro, proibendone il pellegrinaggio agli stessi cristiani, contemporaneamente incoraggia all'invasione della Sicilia approfittando dell'assenza del re.

Nel febbraio del 1248 Federico subì una grave sconfitta nella battaglia di Parma per opera di Gregorio da Montelongo. Dopo un assedio durato oltre sei mesi i parmigiani, approfittando dell'assenza dell'imperatore che era andato a caccia, uscirono dalla città e attaccarono le truppe imperiali, distruggendo la città-accampamento di Vittoria. L'imperatore riuscì a stento a rifugiarsi a San Donnino, da dove raggiunse poi la fedele alleata Cremona. L'anno seguente, nella battaglia di Fossalta, perse la vita il figlio Riccardo e un altro figlio, Enzo, fu catturato dai bolognesi che lo tennero prigioniero fino alla morte (1272). Poco dopo Federico subì (o credette di subire) il tradimento di uno dei suoi più fidati consiglieri, Pier della Vigna (rievocato da Dante Alighieri nel tredicesimo canto dell'Inferno).

Federico muore nel 1250. Nel suo testamento nominava suo successore il figlio Corrado, ma il papa Innocenzo VI non solo non riconobbe il testamento ma scomunicò pure Corrado


Dalle lezioni del professore Alessandro Barbero

Barbero sostiene che la storia di Federico II è profondamente contraddittoria, soprattutto per i suoi contemporanei che facevano fatica a capire che uomo fosse. Per quale motivo?  Nato a Jesi il 26 Dicembre 1194 , Federico II fu accusato di preferire l'Islam al cristianesimo, in particolare da parte di Papa Gregorio che lo denuncia in una bolla, come nemico della Chiesa. Federico era in realtà cristiano. 

Partiamo da alcuni cenni biografici: Federico muore nel 1250 ed è stato Re di Sicilia, regno ereditato dalla madre Costanza d'Altavilla. E' poi stato re di Germania e Italia, poi imperatore. Puntualizziamo che fu nipote di Federico Barbarossa e figlio di Enrico VI. L'impero non era ereditario, bisogna conquistarlo. Quell'impero era ancora l'Impero romano, ossia formato da Germania e Italia, e Federico credeva molto in ciò. Egli si fa addirittura chiamare 'Augusto', conia una moneta d'oro che copia quelle di Augusto (l' augustale), pubblica un codice di leggi e lo fa chiamare Liber Augustalis. Si sente imperatore cristiano e rappresentante di Dio sulla terra. Il Papa però, che a partire dall' XI secolo comincia a portare il titolo di 'vicario di Cristo', rivendica questo titolo alla figura dell'imperatore. E' così che nel mondo cristiano da quel momento i rapporti tra papato e impero entrarono in collisione. Federico però, ricordiamo, ebbe come tutore Innocenzo III il quale pensava di poter manipolare il piccolo Federico, e accontentarlo di essere diventato re del Regno di Sicilia. Finché Federico fu un ragazzino, Innocenzo III lo dichiarò 'figlio della Chiesa' e ' bambino di puglia' dove la puglia indicava l'intero regno Normanno di Sicilia. Alla morte di Innocenzo III Federico comincia ad aspirare alla corona imperiale del padre, corona che però, bisognerà conquistare. Nel 1220 Papa Onorio III lo incorona imperatore. Federico fu imperatore eccezionale, discute di filosofia, astronomia, matematica, fu poliglotta e nel 1224 onda l'Università di Napoli: prima università statale laica d'Europa che non aveva come predominante il diritto canonico (come avveniva a Bologna o Parigi) ma quello romano.

Fu un buon poeta e alla sua corte fiorì la poesia della scuola siciliana. La gente era stupefatta: lo chiamarono Stupor mundi. Per altri suoi contemporanei però, Federico II era l'Anticristo. Stando a Salimbene da Parma, cronista e frate francescano, traccia un ritratto della propaganda papale (scrive quando Federico II era già morto da un pezzo): un uomo che fu 'pestifero, maledetto, eretico, epicureo, lussurioso' ecc. Lo definisce addirittura come l'Anticristo (addirittura Gioacchino da Fiore aveva ipotizzato che Federico II fosse l'Anticristo). Kantorovic, il più importante biografo di Federico II, descrive Federico II come un 'precursore di Mefistofele' e allo stesso tempo al superuomo di Nietzsche, proprio per sottolineare la contraddizione che caratterizza quest'uomo.

Lo scisma Oriente-Occidente 

Lo scisma definitivo si data al 1054, ma altro non è che il punto d'arrivo di un percorso che dura secoli. La rottura tra Occidente e Oriente si consuma già nel tardo impero romano con le invasioni barbariche. L'impero ha sempre avuto una parte Occidentale e Orientale ben distinte. Lo sviluppo del cristianesimo ha risentito di questa differenza, nato in lingua greca e diffuso velocemente nella parte greca ché latina. La parte occidentale poi cade, nascono i regni romano-barbarici che poi confluiscono nell'anno 800 nel grande impero di Carlo Magno che governa tutto l'Occidente. Fino a quel momento l'imperatore romano risiedeva a Costantinopoli, parlava il greco, parliamo infatti di impero bizantino. Ma la realtà è che tra Occidente e Oriente i contatti sono pochissimi. Da un lato dunque il grande impero romano d'Oriente, l'impero bizantino, che va ridimensionandosi con arabi, turchi ecc. e dall'altra parte l'Occidente di Carlo Magno che successivamente alla morte di Carlo va rimpicciolendosi. In sintesi: due mondi cristiani che non parlano la stessa lingua, che hanno differenza nel modo di pregare, nella liturgia, e che culturalmente  e politicamente non hanno connessioni. 

In origine, in tutto l'impero romano, il clero cristiano era abituato ad essere governato e controllato dal potere politico, evidente dal tempo di Costantino in poi. Nascono attriti, sì, ma da Costantino in poi la chiesa si abitua all'idea che l'impero protegge e tutela la chiesa, la guida e la indirizza. Dentro la chiesa vi sono poi dei centri di potere, sedi sicuramente più importanti di altri, in gran parte in Oriente, come Alessandria d'Egitto, Antiochia, Gerusalemme e Costantinopoli. In Occidente invece c'è n'è solo una: Roma, il vertice del mondo ecclesiastico occidentale. I patriarchi in Oriente e il papa in Occidente hanno forte prestigio spirituale e nei loro confronti (a parole) il potere imperiale è rispettoso, ma di fatto, il potere è nelle mani dell'imperatore. Ciò è visibilissimo in Carlo Magno, che sviluppa nei confronti del papa un rapporto in cui è l'imperatore che lo protegge, consiglia e quando Leone III è cacciato da una rivolta  e si rifugia da Carlo, che ancora non è neppure imperatore, ma solo re dei franchi. 

In Occidente nell'XI secolo i papi progettano qualcosa di diverso, pensano che il mandato ricevuto da Dio come successori di S. Pietro, sia di governare il mondo: è l'impero che deve dipendere dalla Chiesa. Succede che in Occidente il papa rivendica la sua superiorità su tutti i patriarchi orientali, il dominio della sede apostolica di Roma anche su tutti i poteri politici. Ciò dal punto di vista orientale è una novità incomprensibile. Come la riforma gregoriana (Gregorio VII) che ha al centro il tema del primato papale, ed altro, come la campagna per imporre il celibato del clero, mai imposta fino ad ora ma praticata solo per scelta. Alcune divergenze liturgiche e teologiche vengono messe in luce sempre in questo momento, tra occidente ed oriente, come la famosa questione del filioque cioè se lo spirito santo proceda dal padre e dal figlio, come sostengono gli occidentali, o proceda solo dal padre, come sostenuto dai greci. Per gli orientali ora gli occidentali sprofondano nell'eresia.

Il 16 luglio del 1054 la chiesa cristiana si divide in Chiesa cristiana e Chiesa ortodossa. Papa Leone IX inviò a Costantinopoli due legati pontifici affinché risolvessero la question.Essi tuttavia giunsero presso il patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario con in mano una bolla di scomunica nel caso non avesse accettato le direttive papali. La questione non venne chiarita e i due capi religiosi provvidero a scomunicarsi reciprocamente: era il 1054. Dietro alla disputa religiosa vi era ovviamente anche quella politica, poiché far derivare tutto da un'unica persona significava per Roma affermare il primato del Papa su tutta la cristianità, mentre per Cerulario, sostenere la distinzione tra Spirito Santo e Cristo significava sostenere anche la tradizionale pentarchia (Roma, Costantinopoli, Antochia, Alessandria e Gerusalemme). Dal 1054 ogni Chiesa si proclama una, santa,cattolica,apostolica. 

Dopo il 1054, quali conseguenze nei decenni successivi di questa separazione? Nel primo millennio della vita cristiana c'è una dialettica tra oriente primogenito per i cristiani (il Vangelo è scritto in greco, così come il greco è la lingua del cristianesimo) ma dall'altra parte c'è il primato della città di Roma come sede dell'impero. Dunque il vasto mondo dell'impero ha una certa consapevolezza di essere un unico mondo cristiano, ma con varietà al suo interno. Dopo il 1054 per l'occidente ha inizio la crescita del medioevo che si blocca con la peste del 300. I cristiani d'oriente sono in crisi crescente, vivono infatti sotto dominio musulmano, l'impero bizantino è in crisi per l'avanzata dei turchi e dunque non c'è più parità. Ciò fa sì che l'Occidente si abitui a pensare che il cristianesimo è quello latino. 

Le crociate: i conflitti tra Cristiani europei e Turchi che occupavano la Palestina e Gerusalemme tra XI e XIII secolo


La pratica del pellegrinaggio religioso nel Medioevo era molto diffusa e praticata da Cristiani e musulmani (uno dei 5 pilastri dell'Islam infatti è l'obbligo di effettuare almeno una volta nella vota un pellegrinaggio a La Mecca). I luoghi dei pellegrinaggi erano molti, in particolare Gerusalemme, città santa perché vi si volge parte della vita e della passione di Cristo. Anche Roma è una città santa per i cristiani occidentali perché sede del Papa, così come Bisanzio (città Santa dove erano conservate le reliquie della passione, portate, si dice, dall'imperatrice Elena, madre di Costantino); altra città sede di pellegrinaggio era Santiago De Compostela dove si dice vi si trovi la tomba dell'apostolo Giacomo (Tiago). C'erano poi altre mete minori legate alle vite di Santi e apostoli, come Roncisvalle, dove nel 778 Carlo Magno aveva sconfitto gli arabi fermando l'avanzata e dunque salvato l'esistenza della cristianità. Gerusalemme è ancora oggi una città Santa per Cristiani e le due religioni monoteiste occidentali: per i Cristiani perché vi si conserva il santo sepolcro di Cristo, per gli Ebrei perché contiene il muro del pianto e la spianta dove sorgeva il tempio di Salomone; per i musulmani invece vi è la roccia dalla quale si dice che Maometto sia asceso in cielo. 

Il Medio oriente aveva una situazione politica abbastanza complicata, bisogna infatti ricordare che era in mano agli arabi fino dal VII secolo da quando Gerusalemme era stata conquistata dal califfo Omar nel 638 d.C.  I rapporti tra musulmani, ebrei e cristiani  erano stati differenti e complessi a seconda delle zone e dei periodi. Però in linea di massima gli arabi avevano verso ebrei e cristiani una politica di tolleranza e collaborazione perché differentemente dalle altre religioni pagane cristianesimo ed ebraismo erano riconosciute con una radice comune, figli dello stesso Dio, il dio di Abramo. Quindi ai pellegrini cristiani ed ebrei non era impedito l'accesso ai luoghi santi. Gli scontri più che altro, erano stati politici e militari, non di carattere culturale, ad esempio gli scontri tra arabi e franchi lungo i Pirenei, o quelli in Sicilia (conquistata dagli arabi nell' 800 e poi dai Normanni), o ancora lungo tutto il Mediterraneo gli scontri tra Cristiani, nei porti, e pirati saraceni, o ancora, più di recente intorno al Mille si era avviata la Reconquista (riconquista della penisola iberica da parte dei regni cattolici di Spagna). 

Alla base delle crociate c'è l'ennesima migrazione di una popolazione nomade dal centro dell'Asia verso Occidente, i Turchi Selgiudichi, che si spostano dalle steppe verso occidente, e nel processo si convertono alla religione islamica, conquistando Persia,Siria e Palestina (compresa la città di Gerusalemme). Fra Turchi ed Europei nasce un conflitto che ha motivazioni diverse. E' un conflitto militare innanzi tutto, perché i Turchi giungono alle porte di Bisanzio, strappano la penisola anatolica ai bizantini, diventando militarmente una minaccia e i bizantini allora chiedono aiuto al Papa e di conseguenza a tutti i regni cristiani: quello dei franchi, di Inghilterra, e al sacro romano impero appunto. E' anche un conflitto economico, perché i Turchi pur continuando a commerciare con i regni europei, impongono delle tasse e da ciò vengono danneggiate le Repubbliche marinare di Venezia e Genova che avevano delle forti relazioni commerciali con i porti di Egitto, Siria e Palestina e che ora si ritrovano a dover versare tasse in più ai Turchi. E' anche un conflitto religioso perchè anche se non vietano l'accesso ai pellegrini cristiani in Terra Santa però impongono nuove tasse rendendo più difficili i pellegrinaggi. In ultimo è un conflitto politico, bisogna notare che intorno all'anno Mille tra mondo musulmano, arabo e cristiano, si stavano inasprendo. 

Nello stesso periodo però, si sviluppano anche dei conflitti interni alla cristianità alcuni già menzionati (come lo scontro tra papa e imperatore, la lotta per le investiture), vi era poi una crisi generale interna alla Chiesa a causa di movimenti che compromettono la stessa Chiesa, come la simonia, ossia la pratica di vendere le cariche ecclesiastiche, o ancora la trasgressione dell'obbligo del celibato ecc. 

Nel 1054 poi, l'episodio dello Scisma, ossia la Chiesa cristiana si spacca a metà tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa. E' una separazione che ha ripercussioni pesanti sul Papa e sulla sua autorità, perché non esistendo una sola Chiesa la sua autorità viene messa in dubbio. 

E' su questo scenario che nel 1095 il papa Urbano II decide di risolvere i conflitti interni alla cristianità prendendo a pretesto il conflitto creatosi tra regni cristiani europei e Turchi. Al concilio di Clermont, in Francia, rivolge un appello a tutti i cristiani europei a cui chiede di smettere di fare guerra ed unirsi e prendere le armi contro il nemico comune: i Turchi. Un nemico facile perché già in contrasto con gli europei, e il papa li dipinge in tale discorso come infedeli (perché appartenenti ad un'altra religione) ma anche malvagi, violenti e corrotti. Nasce così l'idea di crociata, ossia una spedizione militare in armi, con eserciti, cristiana, volta a liberare Gerusalemme e il Santo sepolcro dai Turchi infedeli. Crociata deriva appunto da Croce perché i soldati che vi partecipano vi partecipano in quanto fedeli cristiani e prendono la croce come simbolo della fede che li spinge a questa guerra santa. Nel 1096 mentre si sta preparando la Crociata ufficiale, parte la Crociata dei poveri di Cristo, ossia un gruppo semplicemente non organizzato che si raduna attorno a Pietro l'eremita, formato da poveri, donne, bambini e mendicanti, che si dirigono verso la Terra Santa. Naturalmente durante il percorso questo gruppo tradisce la sua natura e si dà a saccheggi di villaggi che incontrano nel percorso, e appena in contatto con i Turchi viene sterminato. 

La prima crociata era guidata da feudatari francesi e normanni, che si ritrovano con i loro eserciti a Costantinopoli e da lì muovono verso la Terra Santa. Nel 1099 riescono ad espugnare e conquistare Gerusalemme e fondano dei regni, che da quel momento verranno detti Regni crociati, come quello di Gerusalemme, la Contea di Tripoli, il Principato di Antiochia, e che organizzano poi importando da Francia ed Europa il modello feudale. Alla prima crociata seguono altre 7-8 spedizioni (dipende se l'ultima è considerata singola o meno) che però via via tradiscono la loro motivazione religiosa. 

La seconda crociata del 1147 è promossa da Re Luigi VII re di Francia e dall'imperatore del Sacro romano impero Corrado III. Si risolve esclusivamente in una disputa con i nuovi regni crociati. 

Nel 1187 si affaccia una figura importante, il sovrano Saladino, che guida i Turchi alla riconquista di Gerusalemme, Palestina e Siria. In particolare Saladino fu un capo illuminato, che aprì Gerusalemme ai pellegrini cristiani ed ebrei, e riaprì anche le trattative commerciali. Ma nel 1190 viene organizzata una terza crociata, con un movente più politico-economico ché religioso. La terza crociata è chiamata Dei Re e partecipano 3 importanti Re europei: Federico Barbarossa (che morirà in Palestina), il re di Francia Filippo Augusto e il re d'Inghilterra Riccardo Cuor di Leone. 

Nel 1202 la quarta crociata svela le motivazioni economico-commerciali insite dietro questi combattimenti. Questa crociata viene finanziata da Venezia che aveva una disputa economica con Costantinopoli e riesce a dirottare la crociata contro Costantinopoli (ricordiamo che doveva essere fatta per liberare sempre Gerusalemme dai Turchi infedeli) e invece verrà diretta contro l'impero bizantino. Ne farà le spese la città di Zara completamente distrutta e nel 1204 si arriva al saccheggio di Costantinopoli. 

Le ultime crociate sono dirette contro l'Egitto perché molto importante era controllare i porti egiziani per il commercio con Africa e Asia, e l'ultima crociata nel 1271 è condotta da re Luigi IX il Santo, re di Francia, contro Tunisi. Siamo ormai lontani da Gerusalemme come fine di tali spedizioni. 

Nel 1271 Edoardo d'Inghilterra arriva in Terra Santa e negozia una tregua con i Turchi che negli anni successivi muoveranno alla conquista della Terra Santa e nel 1291 con la caduta di Acri (diventata capitale del regno di Gerusalemme) vengono completamente spazzati via i regni crociati. Si concludono così questi secoli di guerre. 

I vari concili fatti come tentativo di riconciliazione incontrarono l'aperta ostilità del mondo greco (Concilio di Lione del 1247 e di Ferrara nel 1438). La fine dell'impero romano d'Occidente era solo una questione di tempo: nel 1453 i Turchi conquisteranno Costantinopoli decretando il trionfo dell'islam in quelle terre prima cristiane. 

Le conseguenza furono importantissime sull'Europa. In particolare abbiamo delle conseguenze politico-religiose tra mondo islamico e cristiano che ha una eco lunga che arriva fino ad oggi. Avrà anche conseguenza culturali perché nella mentalità europea si creerà un immaginario dell'occidente come mondo malvagio, una polarizzazione oriente occidente che si vede anche in campo artistico (Commedia di Dante, poemi cavallereschi del 400 e 500 con Ariosto e Tasso ecc.). Dal punto di vista economico le Repubbliche marinare ebbero molta ricchezza in  conseguenza a tali conflitti,grazie anche allo sviluppo delle attività economiche legate alla guerra e alla navigazione. 



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